Parole e pensieri


Troppo spesso non diamo la giusta importanza alle parole che pronunciamo e ne diamo ancora meno ai pensieri del nostro cuore. Qualche citazione biblica ci può aiutare a riflettere:

…”ma la lingua nessun uomo la può domare: è un male ribelle, è piena di veleno mortale. Con essa benediciamo il Signore e Padre e con essa malediciamo gli uomini fatti a somiglianza di Dio.  È dalla stessa bocca che esce benedizione e maledizione (Giacomo 3,8-10)

La lingua non controllata è un’arma mortale, che distrugge la reputazione, distrugge la gioia, distrugge la pace, distrugge l’amore, distrugge tutto ciò che è buono. Fa male sia agli altri, sia alla persona stessa.

Vediamo l’ipocrisia della lingua, quanto è doppia e quanto è traditrice. La stessa lingua che prima benedice Dio, poi maledice coloro che sono stati fatti ad immagine di Dio: li calunnia, li critica, li accusa; parla con ira, gelosia e invidia verso gli altri, con disprezzo e rancore.

Sottolineo la Parola di Gesù: “Guai a voi scribi e farisei ipocriti che rassomigliate a sepolcri imbiancati. Essi all’esterno sono belli a vedersi ma dentro sono pieni di ossa e di ogni putridume” (Mt 23,27)

L’ideale di perfezione a cui miriamo è quello di purezza nei pensieri, nelle parole e nelle azioni.

Cosa possiamo fare? Se l’apostolo Giacomo ci dice che la lingua nessun uomo la può domare, dobbiamo chiedere grazia al Signore e, per quanto ci è possibile, disporci per riceverla.

San Paolo scrive: “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rom 12:1-2)

Questi versetti spiegano che per essere trasformati dentro, che è la chiave per poter parlare in modo trasformato, dobbiamo rinnovare la nostra mente, coltivando i pensieri giusti, come Dio, tramite Paolo, ci comanda: “In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri”. (Fil 4:8)

Chiaramente, per evitare di pensare a cose dannose, dobbiamo evitare le compagnie sbagliate. Dobbiamo scegliere una compagnia, che sia fatta da persone (o da ciò che guardiamo, ascoltiamo o leggiamo) che ci possa aiutare a pensare alle cose giuste, onorevoli e pure. Inoltre, per potere avere i pensieri giusti, che rinnovano la nostra mente, dobbiamo cibarci della Parola di Dio e meditare su quello che leggiamo. La Parola di Cristo deve dimorare in noi abbondantemente.

Quando vivremo così, otterremo da Dio la grazia di domare la nostra lingua, in modo che essa diventi uno strumento di giustizia. Usiamola già oggi per il bene, alla gloria di Dio, ringraziandolo perché ci libera dal peccato. Infatti quello che per noi è impossibile da compiere da soli, è possibile compierlo in Cristo Gesù.

Abbiamo citato Giacomo ma vorrei evidenziare che anche il Signore Gesù ha detto parole forti:

“Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? Poiché la bocca parla dalla pienezza del cuore.” (Matteo 12,34).

Gesù dà seriamente peso a questo argomento ed è il motivo per cui noi non possiamo prenderlo alla leggera: “… L’uomo buono dal suo buon tesoro trae fuori cose buone, mentre l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori cose cattive.” (Matteo 12,34-35).

Si può intendere: “Se siamo incauti con la nostra lingua – attaccando briga, lamentandoci, mormorando, spettegolando –abbiamo un serio problema di cuore! Il nostro cuore non è retto davanti a Dio. C’è un tesoro malvagio custodito in noi, proprio come nei serpenti è nascosto il veleno.

Gesù dice ancora: “Ma io vi dico: di ogni parola vana che gli uomini diranno, dovranno rendere conto nel giorno del giudizio; infatti in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato”. (Matteo 12,36-37). Queste Parole ci possono fare tremare, ma non basterebbe, devono invece suscitare in noi il fermo desiderio alla conversione.

Viviamo in un mondo parolaio e forse abbiamo pensato che le nostre parole svaniscano come aria e si dissolvano nel nulla. Non è così! Le nostre parole sopravvivono con le conseguenze che hanno generato. E sono proprio le conseguenze che sono importanti!

Preciso che è possibile danneggiare la reputazione di una persona anche senza dire una parola ma con dei semplici gesti o espressioni facciali. Anche questo ha a che fare con la lingua indisciplinata, perché possiamo parlare con un linguaggio muto, ma ugualmente efficace.

Ci possono essere credenti che stanno molto attenti a non dire tutto quello che pensano; non sono incauti con le loro parole. Eppure le buone cose che molti cristiani dicono sono ipocrite – perché i loro pensieri sono pieni di male! “…benedicono con la bocca, ma in cuor loro maledicono” (Salmi 62,5). Per questa ragione è importante arrivare alla coerenza, all’uniformità tra pensieri, parole ed azioni.

Saremo giudicati a causa di semplici pensieri sulle altre persone?” Assolutamente sì!

A questo punto possiamo fare la domanda dei discepoli: chi può essere salvato?

Gesù risponde: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile” (Matteo 19,26).

Non possiamo domare la nostra lingua più di quanto un cavallo selvaggio possa domare se stesso. I cavalli selvaggi vengono domati da addestratori esperti. E lo Spirito Santo è il nostro Addestratore. Solo Lui può domare la nostra lingua indisciplinata e senza freni!

Leggiamo l’esperienza del profeta Isaia che, alla santa Presenza di Dio, fu profondamente convinto di avere le labbra impure:

“E dissi:

«Ohimè! Io sono perduto,

perché un uomo dalle labbra impure io sono

e in mezzo a un popolo

dalle labbra impure io abito;

eppure i miei occhi hanno visto

il re, il Signore degli eserciti». (Isaia 6,5)

Isaia permise al Signore di toccarlo con il Suo santo fuoco: un serafino volò verso di lui per purificarlo per mezzo di un carbone ardente. E disse: “Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato”.

Ricordiamo quindi che il cuore e i pensieri sono sempre manifesti a Dio e che Lui desidera trovare in noi la giusta disposizione per poter accogliere la sua grazia, perché senza di Lui non possiamo fare nulla.

Cito il salmo 139,23-24:

Scrutami, o Dio e, conosci il mio cuore,

provami e conosci i miei pensieri;

vedi se percorro una via di dolore

e guidami per una via di eternità.

Il salmista si affida a Dio come il bimbo alla madre. E’ l’invito a essere piccoli che Gesù ha rivolto ai suoi discepoli (Mt 18,3) ed è rivolto anche a noi oggi e ogni giorno di questa vita.

Concludo con l’invito a cibare le nostre anime con la Parola di Dio: “Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore”. (Ebrei 4,12)

E’ anche necessario pregare senza stancarsi: “Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù”. (Filippesi 4,6-7)

Ugualmente importante è evitare, per quanto ci è possibile, pensieri dannosi, non coltivandoli se si presentano alle nostre menti, ma fuggendoli con prontezza. E, per quanto siamo capaci, cerchiamo di custodire la nostra bocca nella verità, con la certezza che il Signore, vedendo il nostro impegno, ci donerà il potente aiuto della sua Grazia.

Print Friendly, PDF & Email