Spunti per la preghiera di Benedetta: ASCOLTARE


Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi». (Marco 12,28-31)

Mi sembra interessante notare quanto sembra fondamentale per Gesù l’ascolto. Egli riportando il primo comandamento, come citato in Deuteronomio (6,4-5), ci chiede di ascoltare (quasi fosse un sinonimo di credere) la verità che afferma e cioè che il Signore nostro Dio è l’unico Signore e poi, come sappiamo, chiede di amare Dio con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze. Sembrano susseguirsi tre fasi: la prima è quella dell’ascolto dal quale viene la fede nell’unico Dio e, a dare compimento a queste due fasi, l’amore a Dio con tutto il nostro essere e il nostro operare. Questo dovrebbe essere il nostro programma di vita. Come ascoltare Dio? Proviamoci e l’aiuto della grazia non mancherà.

Ora prendiamo altre due frasi di Gesù, rivolte ai tiepidi (nei quali mi riconosco) della Chiesa di Loadicèa:

Sii dunque zelante e convertiti. Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. (Apocalisse 3,20)

Ascoltare la Voce di Gesù è comprendere che Egli ci chiama a conversione ogni giorno perché la nostra conversione anche se fosse iniziata da molti anni non è ancora compiuta. E’ più che mai necessario l’ascolto e ascoltare Dio è preghiera santa e feconda.

Come si fa ad ascoltare Dio? Prima di ogni altra cosa cerchiamo di ascoltare la sua Parola nella Sacra Scrittura. Può accadere che, pur conoscendola a livello mentale, non la conosciamo con il cuore perché il Signore ha bussato alla nostra porta e noi non abbiamo aperto. In questo caso la sua Parola, pur essendo onnipotente non ci ha convertiti e noi siamo rimasti tiepidi come eravamo e magari supponenti come il fariseo citato nel Vangelo.

La Parola di Dio è cibo per la nostra anima che ha bisogno di essere nutrita ogni giorno, così come il nostro corpo. E’ Parola che interpella e che esige da noi una risposta, una disponibilità, un buon proposito e una preghiera vera e sincera, a cuore a Cuore con Colui che ci ama incessantemente come siamo.

Come ascoltare Dio che non vediamo? Si può cominciare anche ad ascoltare il prossimo che vediamo. Anche l’ascolto del nostro prossimo può essere diverso a seconda se ascoltiamo solo con la mente o anche con il cuore. Per ascoltare bene, come per pregare, è necessario essere umili.

Ascoltare l’uomo con umiltà non è facile come sembrerebbe perché bisogna farsi piccoli, senza pretese e senza giudizi (neppure interiori) ed accogliere nel proprio cuore tutto quello che il fratello ci offre e molto spesso sono sofferenze che chiedono la nostra compassione. Ascoltare diventa accogliere le pene del nostro prossimo mettendole temporaneamente al primo posto, prima delle nostre. Dimenticarci di noi stessi è accorgerci che nostro fratello ci sta chiedendo di aiutarlo a portare la sua croce e, quindi, di farci cirenei. Ma Colui che ha detto: “In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. (Matteo 25,40) certamente intendeva di soccorrere tutti i fratelli bisognosi, anche con l’ascolto compassionevole.

Con l’umiltà poi non ci stimiamo migliori di nessuno e comprendiamo che ogni persona è giustificabile perché ognuno porta ferite profonde nel cuore che hanno concorso a commettere peccati. E con la certezza che anche noi siamo peccatori ci presentiamo umilmente a Dio chiedendo perdono per i nostri e altrui peccati. Questo sarà il giusto pentimento che ci permetterà di aprire la porta del nostro cuore a Dio, che continuamente bussa. E quando Egli entra nel nostro cuore non viene a mani vuote ma ci porta grazia su grazia per noi e per quelli verso i quali abbiamo avuto compassione. Dall’ascolto quindi si giunge alla preghiera e questa è cosa buona e fattibile per tutti, senza dimenticare di portare anche aiuti materiali quando è possibile.

(benedetta)

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