Meditazione di Benedetta: La preghiera di lode


La Volontà di Dio per noi è di rendere grazie in ogni cosa. (1 Tess 5.18)

Quindi, non rendere grazie in ogni situazione è una mancanza.

 

Di cosa? E’ una mancanza di fede e non è da sottovalutare perché nel Santo Vangelo Gesù chiede continuamente di avere fede e apprezza chi la possiede.

Ricordiamo l’episodio dell’emorroissa alla quale Lui disse: “Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata”. (Mt 9,22) e consideriamo che essere salvata è ben di più di essere solamente guarita dalla sua malattia.

 

Gesù ci ha anche detto che se “abbiamo fede quanto un granello di senapa” saremo in grado di spostare le montagne. (Matteo 17,20) Quali potrebbero essere le nostre montagne? Potrebbero essere una difficoltà, una malattia, qualsiasi sofferenza di questa vita verso la quale ci sentiamo e siamo impotenti. Il Signore ci vuole dire che basta una fede piccola in un Dio Grande. E la piccola fede può essere la nostra perché siamo chiamati a diventare piccoli come i bambini per entrare nel Regno dei Cieli. (Mt 18,3)

 

Fede e lode devono andare a braccetto. Gesù ci dice: “dalla bocca di bambini e di lattanti hai tratto per te una lode” (Mt 21,16). La lode viene da un cuore umile che si fida di Dio sempre, in ogni evenienza.

 

Però se è facile lodare il Signore quando riceviamo grazie che abbiamo chiesto, o le cose vanno secondo i nostri desideri, non lo è altrettanto quando siamo nella prova, nella sofferenza, quando non riusciamo a comprendere minimamente il grande mistero della nostra croce (che è stata assunta dalla Croce di Cristo).

 

Sono quelli i momenti privilegiati per “combattere la buona battaglia della fede” (1 Timoteo 6,12) e per mezzo di essa rifugiarci con amore e fiducia nelle Braccia del nostro Dio. Sono quelli i momenti più preziosi del nostro vivere perché la nostra fede otterrà di fare grandi progressi nel cammino di santità, per arrivare al grado di perfezione a cui siamo chiamati. Oppure no: dipende da noi, dalle nostre libere scelte.

 

Dice il Salmo 49,23: “Chi offre il sacrificio di lode, questi mi onora, a chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio”.

 

Lodare il Signore nel buio della fede, quando tutto sembra contrario, è un sacrificio, ed è il nostro IO che deve essere immolato per dare gloria a Colui che ci amati fino alla fine. Noi abbiamo una concezione limitata del significato della parola “sacrificio”, che deriva da sacrum e ficium = fare sacro. Nel sacrificio della lode, fatta nel buio della fede, rendiamo sacro il rinnegamento di noi stessi: del nostro limitato modo di pensare, dei nostri dubbi, delle nostre paure, delle nostre naturali ribellioni. Rinneghiamo noi stessi e prendiamo la nostra croce ogni giorno per seguire Gesù.

 

Lui ci dice: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio ed abbiate fede anche in me”. (Gv 14,1)

Il momento della prova attesta alla nostra coscienza se abbiamo fede o se non l’abbiamo affatto (e pensiamo di averla).

Avere fede in Gesù Cristo significa fare completamente affidamento su di Lui: confidando nel suo Amore Infinito, nella sua Onnipotenza, nella sua Provvidenza, nella sua Misericordia ecc. ecc.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica cita: con la fede l’uomo sottomette pienamente a Dio la propria intelligenza e la propria volontà. Con tutto il suo essere l’uomo dà il proprio assenso a Dio rivelatore. (143)

 

La nostra fede è vera solo se attiva nelle opere e nelle prove della vita. Altrimenti sarebbe solo ipocrisia.

 

Non dobbiamo anche dimenticare che il nemico ci attacca e ci tenta con insistenza quando siamo nella prova. Anche Gesù fu tentato dopo quaranta giorni e quaranta notti di digiuno, cioè quando fisicamente era più debole. Il Signore vinse e ci ha insegnato a vincere perché, per mezzo della nostra fede, Lui stesso ci rende partecipi della sua Vittoria. E se lodiamo il Signore con fede vera e con continuità il nemico sarà costretto ad allontanarsi da noi perché: “Dio abita nelle lodi del suo popolo”. (Salmo 22,4)

Con la lode ci avviciniamo a Dio ed Egli si avvicina a noi (Giacomo 4,8) anzi, abita in noi come fossimo un Trono della sua Gloria.

 

Riflettiamo: se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? (Rm 8,31-39)

Quindi di cosa preoccuparsi tanto? Non dobbiamo affliggerci e angosciarci in situazioni che dovremmo affidare soltanto a Lui perchè per noi sono casi impossibili. La nostra responsabilità, invece, è gettare sul Signore ogni nostra preoccupazione (1 Pietro 5,7), fidandoci di Lui e lodandolo per quello che ha fatto finora, che continua a fare e che, per fede, crediamo che farà ancora. Dio è Fedele.

 

San Paolo ci dice: “Per mezzo di lui (Gesù) dunque offriamo continuamente un sacrificio di lode a Dio, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome.” (Ebrei 13,15)

 

La nostra fede quindi è il fondamento della nostra lode.

 

I mille motivi che abbiamo per lodare e glorificare Dio possono essere riassunti così:

 

– lodiamo Dio per quello che LUI E’,

– poi lodiamo Dio per ciò che Lui ha fatto e fa nel creato;

– in fine lo lodiamo per quanto ha fatto per noi, personalmente, e per quello fa nel presente e continuerà a fare. Il Signore è infinitamente Buono sempre e verso tutti e non fa differenze di persone.

 

La lode è biblica: La Bibbia ci mostra che fummo creati a lode della gloria di Dio, ed infatti la Scrittura contiene molti inni e salmi a lode e glorificazione di Dio.

Tutti i grandi personaggi della Bibbia che hanno compiuto le grandi gesta per il Signore, hanno poi anche celebrato la potenza e la grandezza del suo intervento su di loro con grandi inni di lode.

 

Il Nuovo Testamento ci dà inni di lode meravigliosi come il Magnificat di Maria Santissima, il Nunc dimittis di Simeone, il Benedictus di Zaccaria e gli inni di S. Paolo.

Ricordiamo anche i salmi di Davide: una buona parte dei 150 salmi è di lode; sarà difficile incontrare un salmo che non contenga, almeno, una strofa o un verso che non lodi Dio.

 

 

 

 

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