7. Mi hai fatto come un prodigio


“Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo”. (Salmo 138,14)

Continuiamo a combattere la buona battaglia della fede: forse non abbiamo ancora la giusta stima di noi stessi. Forse ci lasciamo influenzare, soprattutto dalle persone che ci vogliono bene, ma non solo. Eppure sappiamo che anche loro sono imperfette, come lo siamo noi. Dovremmo ammettere che di fronte al Signore noi abbiamo sempre torto e Lui ha sempre ragione. Questa constatazione mortifica il nostro orgoglio ma è anche causa di gioia perché il nostro Dio è Immensamente Buono e Immutabile nella sua Fedeltà. Lui ci conosce perfettamente e noi siamo un prodigio del suo Amore.

Di fatto, scendendo nel concreto della nostra quotidianità ci risulta difficile credere all’immenso valore delle nostre persone e, conseguentemente, delle nostre vite. Io credo, infatti, che le nostre vite  e le nostre persone abbiano valore immenso perché siamo figli di Dio.

Però, concretamente, il nostro quotidiano vivere non è certo esaltante: dobbiamo sottostare alle nostre debolezze, convivere con le nostre miserie, soffrire delle nostre imperfezioni. La maggioranza di noi conduce una vita umile, ha salute cagionevole, poche disponibilità economiche e carenze di ogni genere. Le nostre povertà non si contano e neppure i nostri peccati. Siamo poveri e bisognosi e la sofferenza ci visita spesso. La tristezza è come un abito che molti indossano anche perché non sappiamo dare il giusto valore alla vita che ci è stata donata.

Vorrei che ciascuno di noi rivalutasse anche tutte le  sue azioni quotidiane: dal riposo, alla cura della persona, al dovere familiare, allo studio, al lavoro, alle relazioni interpersonali, allo svago…. Tutto quello che facciamo ha grande valore perché Dio si incarnato per salvarci. Ma la cosa più straordinaria è che il nostro Dio sa trasformare il male in bene e ogni sofferenza che il Signore permette fa parte di un Disegno di Salvezza, nascosto ai nostri occhi e avvolto nel mistero.

Nonostante le miserie che vediamo, siamo chiamati a credere alla grazia sovrabbondante, che spesso non vediamo, ma che ci viene donata in Cristo Gesù.

Per questa ragione, vogliamo credere e lodiamo il Signore, insieme all’Apostolo Paolo:

“Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità,   predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo,  secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto;  nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia.  Egli l’ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza,  poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra. In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà, perché noi fossimo a lode della sua gloria, noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo. (Efesini 1, 3-12)

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