40. La santa Messa (7)


STRUTTURA DELLA PREGHIERA EUCARISTICA:

 

1. L’Azione di Grazie (che si esprime principalmente nel Prefazio): il sacerdote, a nome di tutto il popolo santo, glorifica Dio Padre e gli rende grazie per tutta l’opera della salvezza o per qualche aspetto particolare, a seconda della diversità del giorno, della Festa o del Tempo.

2. L’Acclamazione: tutta l’assemblea, unendosi alle creature celesti, canta o recita il Santo. Questa Acclamazione, che fa parte della Preghiera Eucaristica, è pronunziata da tutto il popolo con il sacerdote.

3. L’Epiclesi: la Chiesa implora con speciali invocazioni la potenza divina, perché i doni offerti dagli uomini vengano consacrati, cioè diventino il Corpo e il Sangue di Cristo, e perché la Vittima immacolata, che si riceve nella comunione, giovi per la salvezza di coloro che vi parteciperanno.

4. Il Racconto dell’Istituzione e la Consacrazione: mediante le parole e i gesti di Cristo si compie il sacrificio che Cristo stesso istituì nell’Ultima Cena, quando offrì il suo Corpo e il Suo Sangue sotto le specie del pane e del vino, lo diede a mangiare e a bere agli Apostoli e lasciò loro il mandato di perpetuare tale mistero.

5. L’Anamnesi: la Chiesa, adempiendo il comando ricevuto da Cristo Signore per mezzo degli Apostoli, celebra la memoria di Cristo, ricordando soprattutto la Sua Beata Passione, la Gloriosa Risurrezione e l’Ascensione al cielo.

6. L’Offerta: nel corso di questa stessa memoria la chiesa, in modo particolare quella radunata in quel momento e in quel luogo, offre al Padre nello Spirito Santo la Vittima immacolata. La Chiesa desidera che i fedeli non solo offrano la Vittima immacolata, ma anche imparino a offrire se stessi e così portino ogni giorno più a compimento, per mezzo di Cristo Mediatore, la loro unione con Dio e con i fratelli, perché finalmente Dio sia tutto in tutti.

7. Le Intercessioni: in esse si esprime che l’Eucaristia viene celebrata in comunione con tutta la Chiesa, sia celeste che terrestre, e che l’offerta è fatta per essa e per tutti i suoi membri, vivi e defunti, i quali sono stati chiamati alla salvezza acquistata per mezzo del Corpo e Sangue di Cristo.

8. La Dossologia finale che esprime la glorificazione di Dio: essa viene ratificata e conclusa con l’acclamazione del popolo.

La Preghiera Eucaristica esige che tutti l’ascoltino con rispetto e in silenzio, e vi partecipino con le Acclamazioni previste nel rito.” (Messale romano)

 

La preghiera Eucaristica è la più importante della Messa ed è di tutta l’assemblea ma il sacerdote, che la presiede, agisce in nome di Cristo. Quando cantiamo il SANTO dovremmo prendere coscienza che la Chiesa che celebra non è solo quella della terra, ma è anche quella del Cielo: vi prendono parte anche gli Angeli e i Santi.

 

Dobbiamo notare anche che vi sono due invocazioni allo Spirito Santo:

·         La grande epiclesi in cui la Chiesa implora la potenza dello Spirito Santo, perché i doni offerti dagli uomini siano consacrati, cioè diventino il Corpo e il Sangue di Cristo e perché la Vittima immacolata, che si riceve nella Comunione, giovi per la salvezza di coloro che vi parteciperanno.

·         La seconda epiclesi, dopo la consacrazione, quando il sacerdote chiede che “per la comunione al Corpo e al Sangue di Cristo lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo”. La Chiesa sente il bisogno di implorare lo Spirito perché nei nostri cuori avvenga una Pentecoste.  Tutti noi, riuniti per l’Eucaristia, chiediamo una piena conversione alla carità, per diventare il Corpo di Cristo.

 

Tutto quello che lo Spirito Santo tocca, diventa consacrato, santificato e trasformato. Se all’offertorio abbiamo consegnato al Padre, per mezzo di Gesù Cristo, la nostra vita nella sua totalità, dobbiamo essere certi, nella fede, che lo Spirito Santo compie in noi una trasformazione spirituale.

Durante la consacrazione ognuno di noi, nell’intimo del suo cuore, dovrebbe unire il proprio corpo e il proprio sangue al Corpo e al Sangue di Gesù.

 

Prendete e mangiate”: è un mistero di fusione tra la Persona di Gesù e la nostra persona fragile e peccatrice.

 

Bevetene tutti”: il calice all’epoca rappresentava la sofferenza e le prove della vita. Con queste Parole il Signore ci invita ad unire le nostre sofferenze alle Sue, per entrare a prendere parte della Sua passione. Bere al calice di Gesù significa accettare la nostra missione insieme a Lui ed accettare la sofferenza e le tribolazioni della vita uniti a Lui e a tutta la Chiesa per contribuire alla salvezza del mondo.

 

Fate questo in memoria di me”: Gesù il giorno dopo l’ultima cena portò a compimento la sua Missione donando la sua Vita sulla croce per la salvezza di tutti. Alle sue Parole seguì il Suo esempio perché anche noi potessimo imitare.

Così, nella celebrazione Eucaristica abbiamo offerto la nostra vita al Signore a parole, ma quando usciamo dalla Chiesa dobbiamo offrire la nostra vita ai fratelli per mezzo della carità e tutto  il bene che faremo, o che non faremo, sarà come fatto, o non fatto, a Cristo.

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