Questa frase mi fa pensare che siamo chiamati a diventare perfetti come creature anzi, come figli di Dio. Questo mi sembra possibile solo partecipando della Santità stessa di Dio, nostro Padre, attraverso Gesù e per mezzo dello Spirito Santo.
Dice il Signore: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: sono Figlio di Dio? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre». (Gv 10,34-38)
Gesù ribadisce di essere unito al Padre e di compiere le sue Opere e fa appello all’umana intelligenza perché riconosca che i miracoli erano la testimonianza della gloria di Dio.
Come si diceva le Opere di Dio sono Eterne e noi ne siamo partecipi in Cristo Gesù. Ricordiamo la preghiera di Gesù: “perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato”. (Gv 17,21)
A questo punto cosa possiamo fare per partecipare pienamente al Glorioso Progetto che Dio ha su di noi e su tutta l’umanità?
Mi fanno eco le prime Parole della predicazione di Gesù: “Convertitevi e credete al Vangelo” e ripenso ai suoi Insegnamenti. Non posso neppure dimenticare l’esempio dei santi di tutte le generazioni che ci hanno dimostrato che la santità è possibile a tutti. Cito Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo che, nell’Atto di offerta all’Amore Misericordioso, pregava: “desidero essere santa, ma sento la mia impotenza e ti domando, o mio Dio, di essere tu stesso la mia santità”.
Ma anche la Beata Elisabetta della Trinità ha formulato una preghiera simile: “Spirito d’amore, “discendi in me”, affinché si faccia nella mia anima come una incarnazione del Verbo e io gli sia una umanità aggiunta nella quale Egli rinnovi il suo Mistero.” (Elevazione alla Santissima Trinità)
Queste due sante hanno fatto un percorso di santità veloce, mentre a noi possono essere necessari molti più anni per arrivare alla perfezione, ma questo non ci deve scoraggiare. Dobbiamo desiderare la santità, dobbiamo chiedere, in preghiera, che il Signore ci faccia santi e dobbiamo collaborare con Lui perché ciò avvenga. Come?
Io credo che dobbiamo soprattutto volere e cercare l’abbandono totale alla Volontà Divina, rinnegando noi stessi e rinunciando a tutti i nostri desideri temporali per permettere al Signore di disporre pienamente della nostra vita e portarci al grado di perfezione a cui siamo chiamati. E’ un atto di volontà e un atto di coraggio ma, soprattutto, un atto di fede in Colui che non ci ha amati solo a parole, ma con i fatti, donando la sua Vita per noi e che ci dona la Vita incessantemente, perché anche noi possiamo diventare “dèi”, cioè figli nel Figlio e partecipi di tutte le ricchezze del Padre: questa è la santità, questa è la beatitudine eterna e per questo siamo stati creati.
Come si è già detto “non possiamo nulla da noi stessi” e con questo intendo dire che anche l’abbandono totale alla Volontà Divina non ci è possibile con le sole nostre forze, ma anche questo problema ha la sua soluzione. Dice Gesù: “chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete” (Mt 7,7) e ci assicura che il Padre dà sempre cose buone ai figli che le chiedono. Possiamo essere certi che il desiderio della santità è cosa buona ed è il Signore stesso che lo infonde nei nostri cuori.
Sono sicura che il Buon Dio desidera molto più di noi che diventiamo santi e ci conduce, giorno dopo giorno, con paterna Tenerezza nella Via della perfezione. E’ conveniente, però, considerare che l’Amore di Dio non può farci violenza e attende con santa pazienza la nostra piena disponibilità a dare la vita a Colui che ci ha dato la Vita.
Siamo in cammino e, grazie a Dio, avanziamo passo dopo passo: non dobbiamo avere fretta e non dobbiamo scoraggiarci per i nostri insuccessi, ricordando che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio. Il Signore ci renderà perfetti, se glielo permettiamo e se collaboriamo con Lui.