22. Il Padre Misericordioso (Lc 15,11-32)


Il capitolo 15 del Vangelo secondo Luca mette in evidenza la sete infinita di Dio della nostra felicità presente e futura ma è specialmente nella parabola del figliol prodigo che possiamo contemplare la Misericordia del Padre.

Si possono fare tante osservazioni su quanto è scritto e su quanto non è scritto. La prima domanda che mi sovviene è perché il figlio più giovane chiede al padre la sua parte di eredità e, dopo averla ottenuta, dopo pochi giorni, si allontana dalla casa paterna. Mi sembra impossibile che questo figlio avesse dei problemi di relazione con suo padre: aveva piena libertà e amore senza misura. Che cosa lo avrà spinto ad allontanarsi? Metto come ipotesi che il motivo potrebbe essere stato la difficile convivenza con suo fratello.

Forse qualcuno di noi, a ragione, si è identificato con il figlio più giovane, perché è facile pensare che abbiamo, più o meno, sperperato i talenti ricevuti allontanandoci da Dio. E’ per noi molto consolante sapere che con il Sacramento della Riconciliazione possiamo ottenere sempre il perdono, se ritorniamo pentiti. Ogni confessione ben fatta è una grande festa per Dio, nostro Padre, e dovrebbe esserlo anche per noi.

Voglio notare che il figliol prodigo non torna a casa per amore o per dispiacere, ma per fame: è il bisogno che lo induce a riflettere e a comprendere di avere sbagliato. Giudica se stesso; si ritiene colpevole e non degno di essere ancora considerato come figlio.

Il figlio maggiore, invece, indignato, giudica sia il padre che il suo figlio più giovane. Noto che non lo chiama fratello e anche da questo particolare mi viene da pensare che tra i due non ci potesse essere una buona relazione. In pratica il figlio maggiore condanna entrambi e loda se stesso.

Questi due figli hanno atteggiamenti molto diversi e il padre è infinitamente buono e misericordioso con entrambi. Vediamo insieme i tratti salienti del suo comportamento:

  • Quando gli viene chiesto di dividere le sostanze esaudisce prontamente la richiesta.
  • Lascia  a ciascuno la libertà di fare le proprie scelte.
  • Vede il figlio che torna quando questi era ancora lontano e questo fa pensare che aspettava con amore e trepidazione il suo ritorno.
  • Quando lo vede si commuove e gli corre incontro.
  • Gli si getta al collo e lo bacia.
  • Non si prende neppure la premura di rispondere alle scusanti del figlio, perché la sua gioia è incontenibile e non può aspettare: deve subito comunicarsi a tutti.
  • Immediatamente ordina ai servi di preparare una grande festa.
  • Lo fa rivestire con il vestito più bello, l’anello al dito e i calzari: questi sono segni che manifestano la sua volontà di ridare pienamente quella dignità che il figlio credeva di avere perduto.
  • Nessun rimprovero ma solo gioia, gioia e gioia!

Il figlio più vecchio era indignato per il comportamento del padre e non voleva neppure entrare in casa. Forse durante l’assenza del fratello aveva fatto dei progetti e il suo ritorno poteva averli mandati in fumo. Di fatto, il suo atteggiamento è di netto rifiuto di quella realtà che si presenta e si sente offeso nei confronti del padre che gli era sembrato ingiusto. Non voler entrare in casa poteva significare anche pretendere spiegazioni e giustificazioni con il desiderio di argomentare.  Come si comporta il padre verso questo suo figlio orgoglioso?

  • Il padre esce a pregarlo di entrare.
  • Spiega al suo figlio maggiore che bisogna fare festa e rallegrarsi perché il fratello era perduto ed era stato ritrovato.
  • Nessun rammarico, nessuna impazienza, nessun rimprovero. Solo amore!

Forse è meno frequente identificarsi con il figlio maggiore: il suo comportamento ci può risultare antipatico, tuttavia dobbiamo ammettere che anche a noi, in modo più o meno velato, capita di giudicare sia il nostro Padre Celeste che i nostri fratelli. E il guaio sta proprio qui.

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