18. Il nostro “SI” alla Volontà di Dio


Nessuno di noi può conoscere il futuro, né è in grado di conoscere il Progetto di Dio per la sua vita, ma siamo certi che Dio è Amore. Sappiamo che siamo suoi figli amatissimi e possiamo credere che, nonostante le nostre povertà, Lui è capace di meravigliarci con i prodigi d’Amore che può, e vuole, compiere nelle nostre vite. Tuttavia il nostro “SI” alla sua Volontà deve essere fatto nel buio della fede, perchè non siamo in grado di comprendere le Vie del Signore.

Cosa possiamo aspettarci da Lui, se gli diamo piena e illimitata libertà di agire in noi?

Trovo la risposta in Osea 2,21-22: “ Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore”.

Ma questa risposta è per tutti? Certamente sì, perché tutti siamo suoi figli e, come tali, siamo chiamati alla santità. Gesù ci dice: “Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”. (Matteo 5,48)

Io credo che non ci possa essere santità, cioè perfezione del nostro essere, senza la resa incondizionata all’Amore di Dio, perché è vero che dobbiamo collaborare con Lui, ma è altrettanto vero che senza di Lui non possiamo fare nulla. Come Dio si dona totalmente a noi, anche noi dobbiamo donarci totalmente a Lui.

Ma noi, desideriamo diventare santi? Sappiamo cosa può significare la santità nella vita presente e futura? Forse leggendo le biografie dei santi ci siamo pure spaventati nel costatare quante sofferenze e tribolazioni dovettero sopportare nel corso della loro vita terrena. Inoltre, non possiamo interrogarli, ora che sono in Paradiso, per chiedergli se ne è valsa la pena e se rifarebbero le loro scelte.

Dobbiamo considerare che ci sono chiamate straordinarie alla santità e sono quelle  riferibili ai santi che sono stati canonizzati, ma c’è anche una moltitudine di santi che hanno ricevuto una chiamata ordinaria, come credo che sia per noi. E siamo assolutamente certi che la Volontà di Dio è santificarci, per mezzo dell’unione con Lui. Il profeta Osea esprime questa verità con l’immagine del matrimonio, perché possiamo comprendere che il Signore vuole che diventiamo UNO con Lui: solo così diventeremo santi.

Gesù, invece, esprime così l’insondabile mistero di unità: “Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola”. (Giovanni 17,21)

Il cammino di santità è un cammino di unione con il Signore e non è privo di lacrime, perché è necessaria la nostra purificazione, tuttavia è il cammino della gioia presente e futura.

Concludo parafrasando la bellissima preghiera di San Paolo (Efesini 1,17-23):

Il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, ci dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui. Possa egli davvero illuminare gli occhi della nostra mente per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti secondo l’efficacia della sua forza che egli manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni principato e autorità, di ogni potenza e dominazione e di ogni altro nome che si possa nominare non solo nel secolo presente ma anche in quello futuro. Tutto infatti ha sottomesso ai suoi piedi e lo ha costituito su tutte le cose a capo della Chiesa, la quale è il suo corpo, la pienezza di colui che si realizza interamente in tutte le cose. Amen.

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