Fratelli nella fede


Consideriamo che, come dice la Scrittura, Dio vuole essere conosciuto dai suoi figli per quello che Lui È, così come un padre desidera essere conosciuto dai suoi figli. Dio desidera essere amato, ma come si può amare Chi non si conosce? Quanto più Lo conosceremo, tanto più Lo ameremo.

In questa logica e con molta umiltà mi permetto di trarre alcune ri-flessioni, che potrebbero servire nel cammino di fede di ciascuno.

Spesso cerchiamo di obbedire e vivere la Volontà di Dio e questa ci aiuta a conoscere meglio il Signore, ci consente di relazionarci con Lui come figli e ci mostra come la sua Volontà è Buona e Giusta.

Molte volte ci chiediamo cosa Dio vuole in determinate circostanze da noi, ma spesso  rischiamo di confondere la Volontà di Dio, in una determinata situazione personale,  con i buoni desideri del nostro cuore. Mi riferisco in modo particolare,  ai consigli che diamo a fratelli che cercano la sua Luce. Diventa pericoloso, in determinate circostanze,  scambiare la Volontà di Dio con qualsiasi – altra – volontà che passa per mezzo del nostro consiglio e che diventa una minaccia per l’incontro con il Dio vivo e vero. Si rischia sovente, anche senza esserne consapevoli, di dare spazio al nemico.

Il principio di fondo è che Dio bussa alla porta di ogni cuore e vuole parlare direttamente alle anime. Con questo non intendo il dono specifico delle locuzioni, ma qualsiasi modo con cui il Signore vuole farsi comprendere dai suoi figli. Tutti i figli di Dio hanno la capacità di ascoltare il Signore per mezzo della coscienza, anche i peccatori più incalliti. Tuttavia è necessaria l’intercessione e l’aiuto fraterno, fino a che il “dialogo” tra l’anima e Dio non sia consolidato. Spesso questo è un lungo cammino e, quando i fratelli vengono a noi, sono già nella tribolazione, perché sappiamo bene che Dio riesce ad attirare le anime quando queste sono afflitte dalle tribolazioni e non vedono altra via d’uscita che fare appello all’onnipotenza di Dio. Il primo passo verso Dio, di solito, è fatto per bisogno. Il Buon Dio accoglie l’anima con il suo Amore e, piano piano, le insegnerà come essere fedele a Lui.

Come presentare il nostro Dio? Sicuramente come un Dio Amore, perché Tale Egli È, una Persona Viva e Vera, che noi abbiamo conosciuto e di cui abbiamo intravisto le Luci del suo Carattere e, soprattutto, della sua Misericordia.

Vorrei soffermarmi sulla questione dei sacrifici, o privazioni, che il penitente potrebbe fare per ottenere le grazie sperate. Sì, perché di solito, quando il principiante si accosta a Dio, ha delle richieste precise e vorrebbe fare di tutto per ottenere quanto spera. Non sempre però le nostre richieste coincidono con la Volontà di Dio sulla nostra anima. Ecco che allora i sacrifici o  le penitenze non volute per noi dal Signore (perché Lui regna sovranamente e non scende a compromessi), ma che tuttavia riteniamo come cose buone e giuste; non lo sono affatto e allontanano il principiante da Dio invece che avvicinarlo.

Supponiamo ad esempio che, dietro il consiglio dei fratelli, il principiante si impegni nella preghiera osservando schemi e guide, con frequenza ai Sacramenti, con fioretti ed altre opere buone per otte-nere la grazia sperata. Possiamo dire che questa sia cosa buona? Potrebbe esserlo, ma potrebbe anche essere cosa dannosa. Ciò che più conta è l’intenzione del cuore, ma nel principiante le intenzioni del cuore sono prevalentemente egoistiche, perché ancora non conosce il Signore in pienezza. La preghiera schematica viene vissuta in modo superficiale e meccanico e anche il resto delle buone pratiche vengono vissute come dovere o, peggio ancora, come prezzo da pagare per ottenere quello che si desidera. Il nostro Dio è Amore e non un distributore automatico: questo dobbiamo insegnare anche con i nostri consigli, che credo debbano esortare non solo i principianti, a rivolgersi a Dio con tanta preghiera del cuore, con sane letture spirituali, soprattutto il Vangelo, e con la pratica della confessione e della Messa. Ritengo sia bene non sovraccaricare il principiante, perché non si stanchi e abbandoni i buoni propositi.

Accade con frequenza che il principiante viva in una situazione con-solidata di peccato nella quale sono coinvolte anche altre persone a lui vicine. Mi riferisco ai peccati della sfera sessuale. In questi casi può essere molto difficile consigliare, prima di tutto perché solo il Signore che scruta i cuori può giudicare la colpa, in secondo luogo il principiante dovrebbe iniziare un cammino di conoscenza di sé e della propria sfera affettiva per poter sanare la eccessiva impulsività e la propria sessualità vissuta in modo smodato. Difficilmente il principiante ha la forza di “tagliare di netto”, ma consideriamo che, se riuscirà a conquistare questa forza, è perchè gli è stata data dal Signore. Se invece non è capace a conquistare questa forza interiore, vuol dire che non gli è stata data dal Signore, al momento,  per motivi che non conosciamo (forse perché non è ancora pronto). C’è un tempo per ogni cosa e per ogni azione (Qoèlet 3,17). Noi non conosciamo i tempi e i modi in cui Dio guida le anime.

Una cosa è certa: quando chiediamo qualcosa al Signore e se corri-sponde alla Sua Volontà, Egli ci ha già donato la grazia necessaria. Questo è il metodo di Dio, tutte le altre vie sono umane e fallaci.  Il fallimento di chi consiglia scoraggia l’anima del principiante e conso-lida in lui la visione errata di un Dio severo ed esigente (esattamente il contrario di quello che Lui È). Ecco, quindi, che anche le nostre buone intenzioni, quando consigliamo ai principianti, possono essere terreno fertile su cui il nemico può lavorare con successo.

Nasce spontanea una considerazione: come mai Dio permette che questo si verifichi? Perché Lui è Colui che È ed è Verità. Siamo noi che dobbiamo cambiare e che dobbiamo portare nel mondo la sua Luce viva, perché i fratelli arrivino a conoscerlo nella Verità.

È fondamentale interpellare lo Spirito Santo per poter dare consigli o tracce di guida per i principianti. Lo Spirito Santo, infatti, ha potere di agire direttamente nell’anima e può confermare, incoraggiare o correggere false credenze per mezzo nostro. Può indirizzare e guidare le creature nella prova,  servendosi di noi che siamo sola-mente Suoi strumenti.

Come essere certi che quello che suggeriamo o consigliamo, viene da Lui e non da noi? Non è così difficile come potrebbe sembrare, perché l’agire dello Spirito Santo è sempre accompagnato dalla Pace, da una certezza interiore umile e gioiosa. Rispettiamo sempre la libertà individuale.

Ricordiamo che solo Dio converte i cuori: questo ci sollevi da falsi sensi di responsabilità che sfociano in falsi sensi di colpa quando il Signore non risponde alle nostre richieste nei tempi desiderati. Ricordiamo che Gesù ha versato il suo Preziosissimo Sangue per la salvezza di tutti e che Lui è degno di ogni onore e gloria. Rimaniamo umilmente al nostro posto, ringraziando Dio che ci ha chiamato ad essere servi inutili.

 

La preghiera

 

Si diceva che i principianti sono afflitti e noi, insieme a loro, desideriamo che le loro tribolazioni abbiano termine al più presto. Sappiamo pure che ci sono dei tempi favorevoli in cui Dio agisce, in questa logica la nostra intercessione può fare molto. Chiediamo a Dio di abbreviare i tempi della tribolazione e di operare con potenza la conversione nei loro cuori. Chiediamo che il Progetto di Dio si compia in loro e in tutti.

La preghiera di intercessione sia vista come “stare in mezzo” tra l’anima bisognosa per cui si intercede e Dio. Noi, che abbiamo conosciuto quanto è Buono il Signore, sappiamo confidare nella sua Misericordia e sappiamo che Lui vuole il bene dei fratelli più di quanto potremmo mai desiderarlo noi. Noi sappiamo e crediamo che il Signore ci ascolta perché, pur essendo ancora lontani dalla perfezione, abbiamo camminato nella Via della fede.

Intercediamo riconoscendo che Gesù ha compiuto la sua Opera di Redenzione a favore di tutti. Lui è il Mediatore e l’Intercessore Unico, così come è Unico Figlio del Padre. Noi siamo uniti a Lui, in Lui siamo intercessori e partecipi della sua stessa Vita e Missione.

Nella preghiera, chiediamo di partecipare ai pesi del fratello per sol-levarlo dalle sue fatiche, così come dice la Scrittura : Galati 6,2 “Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo.”

Non stanchiamoci di pregare per il fratello, così come il cuore ci suggerisce.  Lo Spirito Santo ci guiderà nella preghiera e continuerà, tramite essa, ad insegnarci “le cose di Lassù”.

Preghiamo facendo uso anche delle sante devozioni, “al posto di …..”, come se nella preghiera ci sostituissimo al fratello nella prova. La nostra preghiera sia intesa come “dono d’amore”, che si estende alle due dimensioni della Croce benedetta: verticale, verso Dio;  orizzontale, verso i fratelli.

Il Signore ci conceda la “sostituzione”, cioè che la nostra preghiera sia considerata come fatta dal nostro fratello nella prova. Io credo che questa dinamica di preghiera sia gradita a Gesù, Lui che per Primo e per Amore nostro ha portato su di Sé e sul legno della Croce i nostri peccati.  Questo principio poi non esula dal mistero del Corpo Mistico nel quale, per grazia, siamo inseriti.

Così la preghiera di intercessione darà Luce all’anima del fratello che è nella prova e gli donerà la forza di aprire la benedetta porta del suo cuore al Signore, che continuamente bussa e chiede di essere accolto.

Per concludere: il nostro impegno deve essere quello di aiutare i fratelli ad aprire la porta del loro cuore perché Gesù, il Salvatore, possa entrare e compiere l’Opera della salvezza.

È nostro compito avvicinarli a Lui mediante la testimonianza dell’Amore che abbiamo ricevuto e che vogliamo condividere fraternamente. Noi abbiamo conosciuto la Misericordia di Dio.

E ricordiamo che la preghiera è un Dono scaturito dalle Piaghe del nostro Salvatore. Anche di questo dobbiamo essere grati al Signore. A Dio ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.

 

Vorrei  invitare a meditare la Parola di Verità:

 

“Poiché voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti” (Osea 6,6)

 

Forse qualcuno ha notato che Gesù, nel Vangelo secondo Matteo, per due volte cita lo stesso passo:

 

  1. “Andate a imparare cosa vuol dire : Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori.” (Matteo 9,13)

 

Ricordiamo che Gesù sta chiamando il nostro fratello e noi dobbiamo aiutarlo a rispondere, contrastando le forze avverse. Possiamo fare molto per aiutarlo a fuggire dall’accusatore ed arrendersi all’Amore di Dio. Siamo chiamati a pregare e ad essere testimoni del Risorto.

 

  1. “Se aveste compreso cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrifici, non avreste condannato persone senza colpa perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato.” (Matteo 12,7).

 

Come ho avuto modo già di dire, noi sappiamo che tutto quello che è in disaccordo con gli insegnamenti della nostra Santa Madre Chiesa è peccato, ma solo Dio sa quale è la colpa di ogni singola anima, perché solo Lui scruta i cuori. Non facciamoci giudici secondo il nostro cuore perché Dio è Infinitamente Misericordioso e Giusto. Gesù viene anche oggi non per condannare ma per salvare. Non mettiamo gioghi pesanti sui fratelli, con la presunzione di essere nel giusto, ma cerchiamo di favorire l’incontro con Gesù, perché Lui  dona a tutti coloro che Lo accolgono e il Suo giogo dolce (Matteo 11,30).

 

Preghiera:

 

Signore Dio, Padre nostro, Tu sei una Persona viva e vera anche se invisibile ai nostri occhi.

Concedici la grazia di conoscerti, perché noi vogliamo conoscerti per amarti con tutto il cuore.

Apri le nostre intelligenze alla comprensione della Sacra Scrittura in cui Tu ti riveli a chi ti cerca.

Moltiplica la nostra fede, perché possiamo vedere le meraviglie del tuo amore nelle tue opere.

Concedici di trovarti soprattutto in noi stessi e nei nostri fratelli e di essere tuoi servi, perché il tuo Regno si estenda fino agli estremi confini della terra e tutti i tuoi figli ti riconoscano come Padre.

Trasformaci secondo il tuo Volere e compi in noi il Progetto che avevi prima ancora di averci creati. Noi sappiamo e crediamo che da Te veniamo e a Te vogliamo ritornare per rimanere con Te per sempre.

Ci hai creati a lode della tua Gloria e noi già da adesso, con esultan-za, lodiamo e benediciamo il tuo Santo Nome.

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