La riparazione


Figlia mia,

tu sei una madre di famiglia e ti occupi dei tuoi cari, cercando di provvedere, per quanto ti è possibile, ai loro bisogni. Questa è cosa giusta e apprezzata dal Padre tuo. Tu sai che il primo dovere di una mamma cristiana è di pregare per la famiglia e per ogni suo componente in particolare, senza trascurare la preghiera per tutti gli altri. E’ necessario che tutti coloro che si professano cristiani comincino dalla propria famiglia a fare il bene e vivano la loro fede tra le mura domestiche, cominciando così a testimoniare la grazia ricevuta.

Oggi voglio portarti un esempio pratico per farti comprendere cosa mi è gradito. Se un figlio, inavvertitamente oppure no, rovescia qualcosa sul pavimento tu provvedi subito a rimuovere lo sporco per mantenere la casa pulita ed evitare che qualcuno si faccia male. E’ così?

 

Si, Padre mio. Provvedo immediatamente e, se è il caso, rimprovero chi ha fatto il danno. Ma se non vedo colpa, conforto perché so bene che non sempre si è colpevoli dei danni che si procurano.

 

Bene.  Però forse non pensi alle offese che vengono fatte al Signore, tuo Dio, da ciascun componente della tua famiglia. Se c’è offesa, è necessaria la riparazione per il male fatto, più o meno volontariamente. Per questa ragione Io ti dico che gradisco che sia la madre che il padre si preoccupino delle offese fatte a Dio da tutto il nucleo familiare e si impegnino a riparare, con preghiere e buone opere. Non dimenticare che siete tutti peccatori e che ciascuno deve riparare anche per i propri peccati.

I genitori si occupino non solo nelle necessità materiali dei loro figli, ma anche dei loro bisogni spirituali, educandoli alla fede e alla vita cristiana e si impegnino a riparare anche per loro, seguendo l’esempio di Giobbe:

 

“C’era nella terra di Uz un uomo chiamato Giobbe: uomo integro e retto, temeva Dio ed era alieno dal male. Gli erano nati sette figli e tre figlie; possedeva settemila pecore e tremila cammelli, cinquecento paia di buoi e cinquecento asine, e molto numerosa era la sua servitù. Quest’uomo era il più grande fra tutti i figli d’oriente.

Ora i suoi figli solevano andare a fare banchetti in casa di uno di loro, ciascuno nel suo giorno, e mandavano a invitare anche le loro tre sorelle per mangiare e bere insieme. Quando avevano compiuto il turno dei giorni del banchetto, Giobbe li mandava a chiamare per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva olocausti secondo il numero di tutti loro. Giobbe infatti pensava: «Forse i miei figli hanno peccato e hanno offeso Dio nel loro cuore». Così faceva Giobbe ogni volta. (Giobbe 1,1-5)

 

So bene che a volte c’è una sola persona che prega in famiglia e, in questo caso, è cosa buona che si faccia carico di riparare per tutti gli altri membri. Nessuno si scoraggi perché la grazia di Dio è sovrabbondante.

 

Piccola mia, ti dico che l’esempio di Giobbe, per quanto santo e ammirabile, è ben poca cosa rispetto alla Vita di Cristo Gesù, che ha avuto il suo culmine nel cruento Sacrificio della Croce, perché fossero espiati i peccati di tutti gli uomini di tutti i tempi. E quel Sacrificio si rinnova, in modo incruento, sugli altari di tutto il mondo ad ogni Celebrazione Eucaristica. Ogni cristiano è chiamato ad unirsi alla Vita del suo Salvatore, a unirsi al suo Sacrificio, offrendo la sua vita, con le sue gioie e le sue sofferenze, per la gloria di Dio e la salvezza degli uomini.

 

Bambina mia, ho iniziato questo discorso in semplicità e nello stesso modo voglio terminare. Rifletti sulla grandezza della tua chiamata cristiana e considera quanto bene puoi compiere, in unione con il tuo Dio, a cominciare dalla tua famiglia e da tutti quelli che incontri nel tuo cammino di vita.

 

Padre Buono, imprimi le tue leggi nelle nostre menti e ponile nei nostri cuori, perché Tu sei il nostro Dio. Continua ad istruirci perché le nostre anime sono assetate di Te. Lode e gloria a Te, Dio nostro, Uno e Trino.

 

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