28. Il purgatorio


Il purgatorio è una realtà escatologica che dura soltanto fino alla fine del mondo e fino al giudizio universale, dopodichè ci sarà soltanto il paradiso e l’inferno.

Più che un luogo, è uno stato in cui le anime rimangono fino al conseguimento della purificazione necessaria per entrare nella visione beatifica.

Il purgatorio esiste perché esiste la tendenza dell’uomo alla mediocrità e alla tiepidezza. Al riguardo un teologo contemporaneo scrive: “Sarebbe bello che la libertà umana fosse capace soltanto o del positivo o del negativo in sommo grado, senza riserve e senza resistenze. Conversioni soltanto con tutte le forze e in modo radicale, oppure dei voltafaccia a Dio compiuti senza misure e senza diplomazia. Ed escludiamo pure le ribellioni compiute a metà, stiracchiate nel tempo, nemmeno decise, ma quasi notarilmente registrate nel lasciarci condurre dalla tendenza ad abbarbicarci alle cose, a legarci alle persone o a fissarci noi stessi, senza nemmeno affrontare il disagio di un no secco rivolto a Dio (…) No, il caso è diverso, è il caso di chi si è consegnato a Dio ma mantenendosi qualche angolo d’anima per sé, senza tirare tutte le conseguenze di una revisione di vita, senza impegnare tutta la volontà nel rispondere alla chiamata di grazia concedendosi ancora in parte alle propensioni cattive, un rinnovarsi ma non lasciando che Dio chieda tutto, un liberarsi dal male ma desiderandolo ancora un poco. Un decidersi per Dio ma quasi chiedendo che non ci prenda in parola e interamente”.

Non è difficile riconoscersi in queste parole.  

Sorge nel cuore la domanda: che ne sarà di me?

La Madonna preghi per noi “adesso e nell’ora della nostra morte”, perché almeno in quel momento decisivo possiamo essere in grado di compiere un atto di contrizione perfetto, come fece il ladrone pentito per udire Gesù che dice: “Oggi sarai con me in paradiso”!

Santi e mistici hanno parlato della sofferenza del purgatorio, che deriva dal fatto che le anime non possono ancora vedere Dio a faccia a Faccia, e il fuoco dello Spirito Santo le penetra nelle radici più profonde per abilitarle ad amare perfettamente, liberandole completamente dall’egoismo. In purgatorio c’è anche gioia, perché non si può più commettere peccati e, soprattutto, perché c’è già la certezza della beatitudine.

Le anime del purgatorio ricevono sollievo nelle loro pene dai nostri suffragi: la santa Messa, le indulgenze, la preghiera, le elemosine, le mortificazioni ecc.

Ci può sorgere la domanda se i nostri cari sono in purgatorio o in paradiso, nel qual caso il suffragio non sarebbe necessario. Il mio padre spirituale affermava che è sempre utile pregare per i nostri defunti, perché, se sono in purgatorio, possiamo abbreviare le loro pene, e, se sono in paradiso, aumenta la loro gloria. Non dobbiamo dimenticare di pregare per tutti e, specialmente, per le anime più abbandonate.

In quanto a noi è conveniente che non ci preoccupiamo troppo dei giorni futuri che ci aspettano in questa vita, come spesso siamo inclini a fare. E’ bene, invece, che pensiamo, senza timore, alla morte che ci spalancherà le porte dell’eternità e che ci prepariamo a questo evento con un serio cammino di conversione,  ricordando che non è indispensabile passare dal purgatorio prima di arrivare a godere della beatitudine eterna.

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