Meditazione di Benedetta: Non giudicate


“Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati”. (Mt 7,1-2)

 

“Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato.” (Luca 6,37)

 

“Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso; e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo.” (Gv 5,26-27)

 

“Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. E anche se giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato.” (Gv 8,15-16)

 

“A me però, poco importa di venir giudicato da voi o da un consesso umano; anzi, io neppure giudico me stesso,………… Il mio giudice è il Signore!” (1 Cor 4,3)

 

 

Condivido una breve riflessione su questi brani della Sacra Scrittura, che possono essere letti e riletti e ascoltati molte volte, senza poterne vivere l’efficacia, nella trasformazione che operano nella nostra anima, se veramente accolti come Parola di Dio.

 

“Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore.” (Ebrei 4,12)

 

Dio ci comanda di non giudicare. Perché? Abbiamo la risposta: non giudicare per non essere giudicati! E ci pare poco? Chi è senza peccato da non temere il giudizio divino? Nessuno. Come faremo? La Parola è chiarissima: se non giudichiamo non saremo giudicati.

 

Non giudicate secondo le apparenze, ma giudicate con giusto giudizio!». (Gv 7,24)

 

Gesù ci dà anche un’ulteriore spiegazione: noi giudichiamo con criteri umani e i nostri giudizi sono secondo le apparenze, quindi non sono veritieri. Solo quando il Signore ci avrà resi perfetti potremo giudicare, ma, per ora, è una meta lontana.

 

Gesù stesso, infatti, ci ha detto che non giudicava nessuno, ma, se giudicava, il suo giudizio era vero, perché era il Giudizio stesso del Padre Celeste. Noi, invece, che siamo peccatori e conosciamo ben poco la verità, non siamo in grado di giudicare bene. Siamo, purtroppo, molto bravi ad accusare. Per questo motivo dovremmo sempre invocare la Misericordia di Dio su noi stessi, su tutti e sul mondo intero.

 

L’apostolo Paolo ci conferma della necessità di non giudicare neppure se stessi, perché il solo Giudice è il Signore.

 

Se, con l’aiuto del Signore, noi ci libereremo dal modo di giudicare che abbiamo imparato nel mondo, capiremo cosa Lui intende dirci: “Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.” (Gv 17,14)

Noi cristiani siamo e dobbiamo essere diversi dai non credenti e questo deve trasparire sia dalle nostre azioni che dalle nostre parole. Probabilmente ne otterremo più critiche che consensim ma è nostro dovere essere testimoni della verità.

 

E’ cosa buona e giusta, quindi, rimettere ogni giudizio al Signore perché noi siamo cattivi e, molto spesso, giudichiamo secondo le logiche del mondo, accusando persone che non hanno colpa.

Dice Gesù: “Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato individui senza colpa.” (Mt 12,7) infatti, nessuno di noi ha la sapienza e la conoscenza delle cose nascoste, nessuno di noi sa scrutare i cuori, nessuno di noi può immaginare le circostanze interne ed esterne che determinano i comportamenti altrui.

 

Possiamo e dobbiamo condannare il peccato, ma usare Misericordia verso i peccatori, ricordando che anche noi lo siamo. Ci sono altri giudizi che formuliamo, anche senza rendercene conto, e sono frequenti e gravi. Noi giudichiamo spesso il male che c’è nel mondo: le ingiustizie, le guerre, le sofferenze degli innocenti. Anche nelle nostre vite ci sono state e ci possono essere tuttora sofferenze che crediamo di non meritare (ma solo il Signore sa). Tutte queste cose feriscono il nostro cuore e spesso in esso si formula la domanda: perché Dio permette questo e quello? Sono domande lecite e umane, alle quali però possono esserci solo risposte di fede. Siamo troppo piccoli e non dovremmo avere la presunzione di capire i Piani del Signore. Se crediamo davvero che Dio è Amore, dobbiamo anche credere che il male (che noi facciamo) che il Signore permette è solo una parte di un Progetto d’Amore per noi, per i nostri cari e per tutta l’umanità. Il problema è che usiamo anche troppo le nostre menti limitate, moltiplicando vani ragionamenti, mentre abbiamo disimparato a usare bene il cuore, per seguire Colui che ci ama e ci guida, giorno dopo giorno, alla salvezza e alla gioia senza fine. Certi nostri commenti, quindi, che facciamo con noncuranza, possono essere un indiretto giudizio verso Dio e questo è grave, perché ci schiera dalla parte dell’Accusatore. E’ grave perché, anche se in modo implicito, condanniamo e insultiamo Gesù.

 

Spesso noi ci lamentiamo troppo e di molte cose. Un esempio banale: ci siamo mai lamentati perché fa troppo freddo o troppo caldo o piove poco o piove troppo? Io credo che il solo fatto di lamentarci significhi che non siamo contenti di quello che il Signore ci dona ogni giorno, che lo crediamo inadeguato alle nostre presunte necessità e forse tutte le cose che non ci piacciono ci fanno dubitare del suo Amore per noi. E i dubbi possono essere ancora più forti quando siamo di fronte alle sofferenze e alle ingiustizie, senza renderci conto che tutte queste cose dolorose interpellano il nostro libero arbitrio: possiamo credere in Dio e al suo Amore per noi e per tutti, oppure possiamo continuare a credere in noi stessi, avvalorando i nostri pensieri, come se fossero giusti. Ma facciamo attenzione, perché, se crediamo in noi stessi, rinneghiamo Dio e ci mettiamo al posto Suo. Gesù disse che “nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro.” (Mt 6,24).

 

E disse ancora: “Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.” (Lc 9,23). Il nostro libero arbitrio lo esercitiamo ogni giorno, anche nelle piccolissime cose che fanno parte della nostra quotidianità.

 

Io credo che, quando avremo imparato a lasciare ogni giudizio al Signore su tutto, sui fratelli, sugli avvenimenti e anche su noi stessi e sulla nostra vita, vivremo la beatitudine dei credenti e ci sentiremo liberi e salvati. Liberi da ogni giudizio di condanna. Ci sentiremo senza meriti e senza colpe, ma sempre bisognosi del Sacramento del perdono per le nostre mancanze di carità. Ci sentiremo figli di Dio, amati incessantemente. E del suo Amore vivremo, nella Pace di chi sa che Dio non fa preferenze di persone, pregando sempre per tutti, perché tutti giungano alla conoscenza della Verità che è Amore (1 Gv 4,16) incondizionato e senza misura, che ciascuno può accogliere o rifiutare.

 

Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano! (Lc 11,28)

 

In conclusione: poiché Dio ci ama ed ha cura di noi, noi crediamo in Lui, ascoltiamo e osserviamo la sua Parola, rinnegando noi stessi, per continuare serenamente il nostro cammino alla sua sequela.

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