I rumori del mondo e il silenzio della fede


Il Signore Gesù nella sua vita pubblica, per mezzo della predicazione e dei prodigi compiuti, si fece conoscere ai suoi contemporanei. Meditando la Sacra Scrittura anche a noi oggi è data l’opportunità di conoscere, per quel poco che ci è possibile, il nostro Dio, Uno e Trino.

La riflessione che propongo viene dall’osservare che:

  • Gesù operò molti miracoli che diedero gioia al popolo e furono invito alla sua sequela.
  • Gesù morì in croce per noi, tra gli insulti degli avversari, solo, abbandonato da tutti tranne che da sua Madre e Giovanni.
  • Gesù risuscitò dopo tre giorni e apparve ai suoi trasfigurato (non lo riconobbero in un primo momento).

Cerchiamo di immaginare, anche avvalendoci delle Immagini Sacre, questi tre momenti della vita terrena del nostro Salvatore.

Moltitudini accorrono per la grande fama di Gesù che si rivela come grande Taumaturgo. Clamore di popolo accompagna il suo itinerario. Osanna di giubilo per i poveri malati che vengono guariti, per gli ossessi che vengono liberati, per gli affamati di amore e di pane che vengono saziati. Rumori di folla, voci di speranza, eco di testimonianza. Cosa ne sarà della folla che lo segue esclusivamente per trarne il proprio vantaggio?

La risposta l’abbiamo sotto la Croce: Gesù viene crudelmente crocifisso tra le urla degli assassini, tra i vituperi della folla, tra i biasimi di molti che pensavano di aver creduto in Lui. E’ un rumore assordante: ingiurie e insulti a non finire per i nemici che restano a vedere lo spettacolo. E gli amici dove sono? Sopraffatti dalla paura sono fuggiti tutti, tranne Giovanni. Maria Santissima partecipa spiritualmente alla Passione del Figlio: la spada del dolore le trafigge l’anima. Questi momenti alla nostra immaginazione appaiono come un abisso di desolazione.

Abbiamo osservato due momenti emotivamente contrapposti: la gioia per i benefici ricevuti (che non hanno portato alla fede vera) e l’odio e la rabbia di chi (magari senza avvedersene) vuole rimanere dio di se stesso e in questa radicata posizione serve satana.

Poi viene la Risurrezione: evento che nessun uomo potè vedere, operato da Dio nel Silenzio, in un momento che non conosciamo. La Risurrezione fu dopo tre giorni e avvenne nel Silenzio. Non solo: Gesù risuscitato, quando apparve ai suoi, non fu riconosciuto perché, evidentemente, era cambiato d’aspetto.

Ora la domanda più interessante: nella nostra vita cosa può significare tutto ciò? Quali insegnamenti possiamo imparare da questi eventi per applicarli alla nostra quotidianità?

Mi pongo delle domande:

  • quando cerco Gesù lo faccio solo perché ho bisogno di Lui e poi, se ottengo quello che voglio, non torno neppure indietro a ringraziare? Oppure lo ringrazio, ma poi mi dimentico di Lui fino a quando non mi accorgerò di avere ancora bisogno? Quanto assomiglio alle folle citate dal Vangelo, che prima acclamavano e dopo insultavano? Chi è Gesù Cristo per me?

 

  • Sotto il peso della mia croce come mi comporto? Sono di quelli che insultano il Signore, come fece la folla, o sono tra quelli che cercano di fuggire? A riguardo delle croci altrui, sono tra quelli che se ne lavano le mani? Ogni croce che la vita mi offre è un piccolissimo e debolissimo specchio della Croce di Gesù. Devo guardare la Sua croce e Lui crocifisso per vedere nella verità la mia piccola croce e il mio modo di portarla. Nella sua Croce è inserita la mia e tutte le croci di tutti gli uomini. Gesù ci ha salvati per mezzo della Santa Croce perché Lui è l’Agnello Immolato per la nostra Redenzione. Tutto questo lo sento dire da anni, ma come concretizzarlo nella mia vita? Bisogna prendere la croce e non subirla. Prenderla e seguire Gesù che disse che il suo giogo è soave e il suo peso leggero. La Verità dice che Lui è capace di rendere soave e leggero anche il peso della mia croce, perché Gesù è misticamente unito a tutte le croci di ciascuno dei suoi fratelli, anche le mie, anche le nostre. Quanta mancanza di fede quando chiediamo al Signore il perché di questa o di quella croce che ci affligge! Non siamo in grado di capire le Vie del Signore ed è per questo che dobbiamo lasciarci condurre da chi ci ama, nel buio della fede e nel silenzio di risposta alle nostre domande. Sarebbe giusto anche fare nostre le parole del buon ladrone: “noi giustamente perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male” (Lc 23,41). E’ interessante notare che san Disma, che era stato crocifisso perché era un malfattore, fu canonizzato direttamente da Gesù. Può accadere anche che ci sentiamo vittime di un’ingiustizia, e questa sia la nostra croce; in questo caso cerchiamo di viverla nello spirito delle beatitudini, uniti al Signore, con la certezza, nella fede, che le nostre sofferenze porteranno frutti meravigliosi e inimmaginabili.

 

  • Dopo la crocifissione di Gesù ci furono tre giorni di attesa. Giorni di delusione per chi credeva di aver creduto in Gesù; giorni di dolore per chi lo aveva amato come era stato capace; giorni di incertezza sul come riprendere la propria vita. Attesa mesta e dolorosa, ma feconda. Quando preghiamo, dobbiamo saper aspettare i tempi di Dio e credere che, se non ci esaudisce nei nostri tempi, è perché è molto meglio che impariamo ad aspettare i suoi Tempi, senza dimenticare che Lui è Sapienza e noi siamo ignoranza.

 

  • La risurrezione avviene in momento imprecisato, senza rumore, senza testimoni: nel Silenzio di Dio. Mi ha sempre colpito il fatto che l’evento ben più straordinario di tutti i miracoli avvenuti fino ad allora, Dio lo abbia compiuto in silenzio. Mi sembra un invito a cercare Dio nel Silenzio, ad adorarlo nel silenzio per scoprire che l’Amore più puro non ha neppure bisogno di parole, perché sa esprimersi pienamente nel silenzio. A riguardo della vita quotidiana, invece, mi piace credere che quando il Signore non ci dona i segni della sua Benevolenza, quando tutto sembra andare malissimo, quando ci sembra che il male stia trionfando, il Signore continua ad operare incessantemente e forse sta operando per noi i prodigi più grandi: in silenzio, similmente a come accadde nella Risurrezione.

 

  • Un’ultima osservazione potrebbe essere questa: anche nella mia vita le cose cambiano, gli eventi si susseguono, ma io non so riconoscere la Mano di Dio, se non cambiano nel modo da me desiderato. Cerco veramente la Volontà di Dio se non so rinunciare alla mia? Sicuramente il Signore mi provvede sempre il bene, ma io spesso non lo vedo, perché la mia volontà rende ciechi i miei occhi. Non possiamo servire noi stessi e Dio: tutti i giorni abbiamo motivo di conversione, cioè di convertirci alla Volontà di Dio, per diventare veri cristiani. Lo stesso pensiero vale per quello che accade nel mondo: stiamo vivendo in un momento storico molto difficile, pieno di contraddizioni, di sofferenze e di peccati, ma il Signore regna tanto in Cielo quanto in terra e da sempre e per sempre è un Dio Giusto e Misericordioso. Se ciascuno di noi si impegnasse nella propria conversione e nella sequela di Gesù, sarebbe Suo strumento d’Amore e diffonderebbe la Grazia che Lui ci ha conquistata, versando tutto il suo Sangue sulla Croce. Troppo spesso, invece, non è così. Signore abbi pietà di noi!
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