45. Immedesimarsi


Se cerchiamo il significato della parola “Immedesimarsi”, troviamo: “Partecipare emotivamente alle condizioni di una persona; identificarsi con qualcuno, calarsi nei suoi panni”. Sarebbe cosa utile applicare questi significati alla preghiera, specialmente a quella biblica, per evitare la monotonia di formule ripetute per dovere, ma senza coinvolgimento.

 

Prendiamo, ad esempio, il santo Rosario: troppe volte è recitato in modo meccanico, quasi fosse una tassa da pagare per essere a posto con la coscienza, mentre è una preghiera che ha il potere di trasformare noi stessi e, di conseguenza, le nostre vite e quelle dei fratelli, perché siamo costituiti a Corpo Mistico.

 

Prendiamo in esame le preghiere ripetitive che costituiscono il Rosario: il Padre nostro, l’Ave Maria e il Gloria.

 

Il Padre nostro ci è stato insegnato da Gesù in Persona e quindi è sua Parola, viva ed efficace per coloro che credono. Ci è stato donato ed è nostro dovere apprezzare il Dono dimostrando rispetto, amore e gratitudine.

Nella prima parte (Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra) possiamo immedesimarci con Gesù: questa è la sua Preghiera perché Lui è disceso dal Cielo per santificare il Nome del Padre, per fare la sua Volontà e per l’avvento del Regno di Dio sulla terra. Gesù ha detto e fatto. Quando preghiamo la prima parte del Padre nostro, consideriamo che è Gesù che ci ha rivelato il Padre e che, nel suo Sangue, ha ristabilito l’Alleanza. Ha compiuto la sua Missione.

Immedesimarci con Lui non è azzardato o perlomeno non lo è di più di mangiare il suo Corpo e bere il suo Sangue. Essere cristiani deve essere una realtà trasformante, perché siamo inabitati dalla Santissima Trinità. Siamo chiamati alla santità.

Immedesimarci in Cristo esige l’impegno di somigliare a Lui cioè, ciascuno per la sua parte, deve rendere onore e gloria al Padre, collaborare con Lui perché il Regno di Dio venga in tutti i cuori e dare la vita perché la Volontà di Dio si compia.

 

Nella seconda parte del Padre nostro (Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male)preghiamo sia in prima persona che in unione con tutta la Chiesa pellegrina. In prima persona per essere coinvolti personalmente nell’umile richiesta del pane di vita: materiale e spirituale. Ci riconosciamo peccatori e chiediamo perdono mentre perdoniamo tutti coloro che ci hanno fatto soffrire. Il Padre nostro è esigente e ci interpella, può e vuole scuotere la nostra coscienza e trasformarci interiormente. Ci insegna che siamo figli amatissimi ed esige che amiamo il prossimo con lo stesso Amore con il quale siamo amati da Dio.

 

L’Autore del Padre nostro è Gesù e Lui è anche il Centro su cui viene ricapitolata la nostra storia e la storia dell’universo. Direi che è una preghiera infinita che ci introduce alla contemplazione del mistero di salvezza.

Mi sembra ovvio che, se permettiamo al nostro cuore di assaporare la preghiera del Padre nostro, riflettendo e meditando, ascoltando come lo Spirito di preghiera ci conduce,  non riusciremo a recitare tante corone ma, nella preghiera personale, è utile avere il tempo necessario per meditare e contemplare la Parola di Dio, i misteri del santo Rosario e i misteri della fede.

 

Credo possa essere utile immedesimarci con Gesù per lodare il Padre per mezzo dello Spirito Santo. Immedesimarci con Gesù per unire la nostra vita alla sua Missione in quanto cellule del suo Corpo Mistico. Immedesimarci con la chiesa pellegrina che prega e implora la vita con tutto quello che è necessario sia materialmente che spiritualmente. E’ una preghiera da attori e non da spettatori: tali ci vuole il Signore che ci ha salvati e ci ha insegnato a pregare il Padre nostro.

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