Comportamento dei mariti


Padre Buono, Tu dici:

“E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell’acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata.

 

Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso. Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito. (Efesini 5,25-33)

 

Puoi renderci più semplice e accessibile la tua Parola?

 

Figlia mia,

come dice l’apostolo, il mistero è grande e in gran parte vi rimane inaccessibile, tuttavia, per chi crede il velo del mistero si può sollevare un poco. Chi fu la prima a peccare? La donna. Per questa ragione Dio si incarnò come Uomo e lo fece per mezzo della donna. Nessuno salva se stesso da solo, quindi doveva essere un Altro a portare salvezza e doveva essere un Uomo. Dio si incarnò per mezzo della donna e dona vita, in ogni generazione, per mezzo delle donne. E’ una dignità di portata immensa.

La Donna che accolse il Progetto Divino nella sua pienezza, Maria Santissima, ha ottenuto la massima gloria in Cielo, dopo Dio, e Lui volle incarnarsi come Uomo, perché la donna doveva essere sottomessa all’uomo.

Per quanto la santità di Maria Vergine, come creatura, fosse perfetta, la Santità di Dio è superiore, perché Lui è Dio e la Fonte stessa della Santità. Ecco il motivo della sottomissione delle donne e degli uomini a Dio. La sottomissione, però, nel linguaggio dell’amore è un giogo dolce e soave.

 

Dio come usa la sua Onnipotenza? Amando e servendo.

 

Ricorda le parole di Gesù:

“Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto.(Giovanni 13,3-5)

 

“Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi”. (Giovanni 13,12-15))

 

Ora è necessario puntualizzare che la donna peccò per prima, ma l’uomo subito dopo. Entrambi erano colpevoli e per la redenzione era necessario un Progetto differenziato e complementare per ciascuno.

 

E’ scritto: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.” (Giovanni 15,13)

 

I mariti sono chiamati ad amare le mogli con l’amore più grande, cioè fino al dono della vita, così come fece Cristo per la Chiesa. Sono chiamati a farsi imitatori di Cristo, come dice la Scrittura:

 

“Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità…” (Efesini 5,1)

 

I mariti per primi sono chiamati a imitare Dio, così come, per primi, furono creati. Amare significa pensare, parlare e operare per il bene della persona amata. Esiste un bene più grande della santità? No, non esiste. Per questa ragione il marito per primo deve occuparsi della santificazione della moglie e, così facendo, lavora alla propria santificazione. L’amore porta gioia presente e futura: l’amore serve a tutto e a tutti.

 

I mariti tengano conto che le mogli sono fisicamente più fragili, le proteggano, le aiutino, le sostengano e collaborino con loro per costruire una buona famiglia. Siano pazienti, umili e buoni e le loro fatiche non saranno vane.

 

I mariti amino le mogli come amano il proprio corpo e ricordino che le donne sono “il grembo della vita”. Sappiano abbassarsi per innalzare la loro donna.

Sappiano confortare al bisogno e valorizzare i talenti della sposa, dando così buon esempio. Si raccoglie quel che si è seminato e questo lo dico ad entrambi gli sposi. Il bene seminato, presto o tardi, fruttifica e tutte le ingiustizie umane sono solo temporanee, perché Dio fa giustizia perfetta tra i suoi figli.

 

Gli uomini imparino a servire, guardando a Cristo che, pur essendo Dio, non è venuto nel mondo per essere servito, ma per servire, e comincino dalla propria famiglia. Il marito e la moglie facciano a gara nel servirsi vicendevolmente e siano aperti al dono della vita con l’intenzione di  costruire una famiglia santa.

 

I mariti seguano le mogli in tutto, tranne che nel peccato. Qualcuno mi chiederà come è possibile questo, visto che Io stesso ho detto che sono le mogli che devono seguire il marito. E’ possibile e vi invito a provarci perché possiate essere felici.

 

Gli sposi, dunque, rinuncino ai loro desideri egoistici e si impegnino nel costruire una coppia sempre più unita nell’amore, seguendo il Signore che, in mezzo a loro, li guida nel loro cammino, perché possano realizzare la loro santa vocazione alla famiglia.  Beate e benedette le famiglie che seguono il Signore, sottomettendosi alla sua Santissima Volontà.

 

Padre mio, Tu sai che non è facile e ogni giorno le difficoltà non mancano, come pure le incomprensioni. Sembra che in famiglia molti sappiano dare il lato peggiore di sé e, anche se si sforzano di migliorare, non si vedono grandi risultati. Aiutaci perché in Te speriamo e sostienici nella lotta contro il peccato, perché possiamo rinnovarci nello spirito della nostra mente. (cfr Efesini 4,23). Abbi Misericordia di tutti noi e insegnaci ad essere misericordiosi, perché siamo tuoi figli. Lode e gloria a Te, ora e sempre.

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