Meditazione di Benedetta: il Cuore trafitto


La nostra salvezza è venuta dal Cuore trafitto di Gesù. Noi lo abbiamo trafitto con i nostri peccati e ce ne siamo pentiti amaramente. Ora, se vogliamo seguire Gesù, la salvezza del nostro prossimo deve passare attraverso le ferite che infliggeranno al nostro cuore, perché Gli appartiene.

 

Noi siamo chiamati a convertirci, ad avere il cuore trafitto similmente a come Gesù ha avuto il Cuore trafitto per noi. Il cuore trafitto per amore ce l’ha solo chi apre le braccia alla Volontà di Dio.

 

Il cuore trafitto è un cuore disposto ad amare, anzi, che vuole amare ad ogni costo. Non è un cuore sentimentale, ma è un cuore volitivo, che vuole l’incontro personale con Dio, per conoscere la sua Volontà e aderirvi totalmente nella propria vita.

 

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena». (Gv 15,9-11)

 

Ma cosa significa rimanere nell’amore del Signore? Per me significa anche cercare di imitare quello che Lui fece nella sua vita terrena, così come ci è stato narrato nel Santo Vangelo. Lui stesso, infatti, ci disse “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero» (Mt 11,29-30)

 

La Parola di Dio ci assicura che, chi prende su di sé il giogo di Gesù, chi vuole seguirlo con tutto il cuore, chi cerca di imitarlo, chi rimane nel suo Amore, trova ristoro fino ad arrivare alla gioia piena.

 

La mia difficoltà, e forse la difficoltà di molti altri, rimane sempre quella di vivere la Parola di Dio, cioè nel renderla viva e operante nella propria vita, che ha le sue difficoltà ed apparenti contraddizioni.

 

Ciò premesso devo dire che tutti noi, più o meno, abbiamo il cuore trafitto e non per scelta nostra. Ci portiamo dentro le ferite della vita, che possono essere ancora sanguinanti o che comunque condizionano la nostra personalità e il nostro comportamento. E’ il male che abbiamo fatto e il male che abbiamo subito.  In Dio abbiamo la possibilità di trasformare queste ferite dolorose in Bene, sia per noi che per gli altri. Il Signore ci offre l’opportunità di trasformarle in ferite d’Amore: il suo Amore, che ci viene donato senza misura. L’alternativa è quella di piangerci addosso e non è certamente la scelta più saggia.

 

Così come noi siamo poveri e peccatori e siamo amati da Dio esattamente come siamo con tutti i nostri difetti e tutte le nostre imperfezioni, allo stesso modo dobbiamo amare il nostro prossimo: cioè così com’è. Molte volte preghiamo e aspettiamo che il Signore cambi il nostro prossimo, perché riteniamo che abbia comportamenti sbagliati, che non riusciamo a tollerare. Io credo che prima di tutto dovremmo cambiare noi stessi, facendo quanto il Signore ci chiede.

 

“Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: ‹Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio›, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.” (Lc 6,41-42)

 

E poco dopo il Signore ci pone una domanda imbarazzante: “Perché mi invocate: Signore, Signore! E non fate quello che vi dico? (Lc 6,46)

 

Dobbiamo amare ogni persona come fratello/sorella, perché così ci comanda il Signore (Mt 23,8) non facendo differenze perché il Signore non fa preferenze di persone, (Atti 10,34)

 

Partendo da presupposto che non dobbiamo ritenerci migliori di nessuno e che tutti quanti abbiamo abbondanza sia di travi che di pagliuzze, chiediamo al Signore umilmente di liberarci dai nostri pregiudizi e di condurci tutti alla conoscenza della verità. Durante il cammino scopriremo che solo l’Amore di Dio guarisce e noi possiamo essere collaboratori di questo Amore infinito, donando gratuitamente quella Misericordia divina che abbiamo ricevuto, senza meritarlo.

 

Mi sovviene che tra le opere di misericordia figura il “sopportare pazientemente le persone moleste”, e come dobbiamo fare? Perdonando tutte le volte che ci offendono o, in qualche modo, ci fanno del male. Perdonando di cuore, dimenticando il male ricevuto, perché così fa il Signore quando ci perdona. Ricominciare la relazione di nuovo, donando il nostro amore che non sarebbe meritato, così come noi non meritiamo l’Amore del Signore. Usare benevolenza sempre, cercando di trovare giustificazioni così come il Signore che disse: Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno.  ((Lc. 23,33-34)

Dio solo sa quante volte anche noi siamo stati perdonati, perché non sapevamo quello che facevamo, e quante volte saremo perdonati ancora con la stessa giustificazione!

 

Forse anche nella nostra vita siamo venuti in contatto con persone affette da disturbi psicologici o psichiatrici, ad esempio, e avremo constatato quanto queste relazioni siano difficili. Magari abbiamo pure avuto la tentazione di chiudere la porta del nostro cuore, per non ricevere ulteriori sofferenze. Magari non ci rendiamo conto che quelle “travi” che noi vediamo sono perlopiù disturbi mentali, oltre ai normali difetti che tutti più o meno abbiamo. Forse non sappiamo distinguere i comportamenti dovuti a una patologia mentale, per la quale non c’è colpa, dagli altri. Inoltre non tutte le malattie vengono diagnosticate, anzi, tanti disturbi non vengono mai inquadrati da un medico competente. E neppure noi possiamo essere certi di essere totalmente sani di mente.

Inoltre, dobbiamo riconoscere che dietro certi comportamenti c’è sempre il nemico, l’accusatore, il divisore, che riesce a farsi servire dai nostri fratelli più fragili per continuare in noi la sua eterna battaglia contro il nostro Dio. Ma noi, seguendo Gesù, saremo partecipi della sua stessa Vittoria contro il male, in qualsiasi veste esso si presenti, sia nella nostra anima che nelle nostre relazioni.

Riconosciamo quindi, con umiltà, la nostra incapacità di giudicare e seguiamo Gesù, tenendo sempre aperto il nostro cuore a tutti, perché ciascuno possa entrarvi, uscirne o rimanervi, secondo il libero arbitrio che tutti abbiamo ricevuto dall’Amore del Signore. Così facendo ci accorgeremo che davvero l’amore è eterno, perché, se amiamo veramente, continueremo ad amare sempre e in qualsiasi evenienza.

 

Sì, se vogliamo seguire Gesù nella Via dell’Amore, il nostro cuore, che è già stato trafitto dal dolore, sarà trafitto ancora molte volte dall’amore e dal dolore. Tuttavia, seguendo Lui, troveremo sempre ristoro e gioia.

 

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