42. La santa Messa (9)


Mentre si canta l’ Agnello di Dio il sacerdote spezza l’Ostia consacrata in tre pezzi.

Questo gesto ci rimanda subito a Cristo che la sera dell’ultima cena prese il pane e lo spezzò. La frazione del pane è anche simbolo della Passione e morte del Signore.

 

Dopo aver spezzato l’Ostia, il sacerdote ne mette un pezzetto nel calice e questo è un gesto ricco di significato. Quando il corpo e il sangue di una persona sono separati è morte. Al contrario, quando sono uniti insieme è la vita. Il gesto di mettere un pezzetto di Ostia nel calice vuole significare che Cristo era morto ma ora è vivo. E’ risuscitato! Il sacerdote dice sottovoce: “il Corpo e il Sangue di Cristo, uniti in questo calice, siano per noi cibo di vita eterna.” Questo sta a significare che il Corpo e il Sangue riuniti non sono solamente segno della risurrezione di Cristo, ma anche sorgente della nostra risurrezione. Il Signore stesso disse : “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna.” (Gv 6,54)

 

Siamo arrivati alla COMUNIONE che produce in noi quattro effetti fondamentali:

1.   Ci unisce personalmente a Cristo.

2.   Ci unisce intimamente a tutti i membri della Chiesa.

3.   E’ il germe per la risurrezione finale.

4.   E’ l’anticipo e il pegno della gloria futura.

 

Il Catechismo della Chiesa Cattolica sintetizza così i frutti della Comunione:

1.   Accresce l’intima comunione con Cristo

2.   Ci separa dal peccato.

3.   Ci preserva dal peccato mortale

4.   Cancella i peccati veniali.

 

Quando riceviamo la santa Comunione dobbiamo avere grandi aspettative: dobbiamo aspettarci non solo le cose straordinarie sopra elencate, ma anche che la mano di Gesù si chini a toccare le nostre miserie fisiche, psichiche e spirituali: “Avvenga per te come hai creduto”. (Mt 8,13)

 

Quando ci avviciniamo per ricevere Gesù, entriamo in contatto con il Creatore del mondo, il Redentore, il Santificatore! “Se tu conoscessi il dono di Dio…” (Gv 4,10)

La Comunione è un’unione ineffabile e misteriosa da Persona a persona, è una perfetta unione d’amore, in modo da dimorare in Cristo come Cristo prende dimora in noi. Chi fa la Comunione entra in rapporti così intimi con il Signore da avere la certezza di non essere più solo. Attraverso la Comunione è possibile realizzare le parole dell’apostolo Paolo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20)

 

Dopo la Comunione la santa Messa volge al termine. Il sacerdote dice: “il Signore sia con voi” e l’assemblea risponde: “E con il tuo spirito”. Poi impartisce la benedizione finale: “ Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo”. Un segno di croce accompagna queste parole per implorare che i fedeli continuino a vivere secondo lo spirito dell’Eucaristia che hanno appena celebrato.

 

Andate in pace” sono le ultime parole del sacerdote  e non sono solo di congedo, ma sono un invio, una missione. La Messa in Chiesa è terminata, ma i suoi effetti devono continuare nella vita di ogni giorno. Tutta la vita deve essere una continua Messa.

Nella celebrazione ci siamo offerti con Cristo al Padre e ci siamo uniti ai fratelli, nella vita, in spirito di carità, cercheremo di vivere questa duplice offerta.

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