16. Sapete ciò che vi ho fatto?


Nel capitolo 13 del Vangelo di San Giovanni si narra la famosa lavanda dei piedi, che ognuno di noi conosce bene, ma che è sempre bello ed edificante rileggere.

Uno stralcio: “Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica. (Giovanni 13,12-16)

Nel nostro vissuto abbiamo potuto constatare che le parole volano, mentre gli esempi restano. I bambini imparano imitando gli adulti. Le persone adulte, più o meno consapevolmente, imitano coloro che amano. L’amore infatti ha molte proprietà, tra le quali l’ammirazione e l’imitazione. Chi si occupa di educazione e insegnamento mi dice che un maestro amabile e amato ottiene i risultati migliori dai suoi allievi.

A questo punto una domanda: quanto amiamo il Signore Gesù e quanto Egli merita di essere amato? Sappiamo e consideriamo cosa Lui ha fatto per noi? Meditiamo su ciò che Egli fa ininterrottamente, rimanendo con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo?

Non dimentichiamo che la nostra Salvezza gli è costata la vita e che noi siamo stati lavati con il suo Preziosissimo Sangue, versato fino all’ultima stilla. Dio è veramente degno di essere amato sopra ogni cosa e di essere imitato, come ci insegna San Paolo: “Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi”. (Efesini 5,1)

Ma come possiamo mettere in pratica il “lavarci i piedi gli uni gli altri”?

Io credo che l’amore fraterno possa avere infinite sfumature e delicatezze, ma partendo dall’essenziale, è necessario imitare Dio secondo quanto possiamo conoscere di Lui. La Santa Chiesa ci è maestra e la Scrittura ci rende Testimonianza dell’Amore di Dio.

Non rimane che fare l’esame di coscienza e constatare che noi siamo cattivi, eppure, se il Signore ci chiede di seguire il suo Esempio, significa che lo possiamo fare, con l’aiuto della sua Grazia. Lui ci assicura anche che saremo beati, se metteremo in pratica le sue Parole.

Senza trascurare le opere di misericordia corporale, cerchiamo di praticare le opere di misericordia spirituale:

1.   Istruire gli ignoranti (con umiltà e amore)

2.   Consigliare i dubbiosi (con umiltà e amore).

3.   Ammonire i peccatori (con umiltà e amore).

4.   Consolare gli afflitti (con umiltà e amore).

5.   Perdonare le offese (con umiltà e amore).

6.   Sopportare pazientemente le persone moleste (con umiltà e amore).

7.   Pregare Dio per i vivi e per i morti (con umiltà e amore).

Ricordiamo che, nonostante le nostre miserie, Dio ci ama, ci stima, ci perdona: anche noi dobbiamo impegnarci ad amare, stimare e perdonare il nostro prossimo, per essere figli di Dio non solo a parole ma con la testimonianza di una vita vissuta seguendo il suo Esempio.

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