Rosario a San Giuseppe


Lo Spirito Santo, che illumina, vivifica e dirige tutta la Chiesa, ha progressivamente guidato i Pontefici nel promuovere la riflessione teologica e la devozione a San Giuseppe, svelando ai fedeli degli ultimi due secoli la sua grandezza, la sua missione e la sua potente intercessione.

Nella formulazione di questo Rosario proponiamo, per la meditazione, alcuni stralci dell’Esortazione Apostolica “Redemptoris Custos” di San Giovanni Paolo II.

 

Con la nostra preghiera vogliamo onorare San Giuseppe e chiedere la sua intercessione per i bisogni della Chiesa e delle nostre famiglie.

 

 

+ Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

 

O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto.

 

Gloria

 

 

1° Meditazione: San Giuseppe l’uomo giusto – lo sposo.

 

Nel corso della sua vita, che fu una peregrinazione nella fede, Giuseppe, come Maria, rimase fedele sino alla fine alla chiamata di Dio. La vita di lei fu il compimento sino in fondo di quel primo “fiat” pronunciato al momento dell’Annunciazione, mentre Giuseppe al momento della sua “annunciazione” non proferì alcuna parola: semplicemente egli “fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore” (Mt 1, 24). E questo primo “fece” divenne l’inizio della “via di Giuseppe”. Lungo questa via i Vangeli non annotano alcuna parola detta da lui. Ma il silenzio di Giuseppe ha una speciale eloquenza: grazie ad esso si può leggere pienamente la verità contenuta nel giudizio che di lui dà il Vangelo: il “giusto” (Mt 1, 19).  (Redemptoris Custos)

 

Padre nostro, Ave Maria, Gloria

 

Ave o Giuseppe uomo giusto, Sposo verginale di Maria e padre davidico del Messia; Tu sei benedetto fra gli uomini, e benedetto è il Figlio di Dio che a Te fu affidato: Gesù.

San Giuseppe, patrono della Chiesa universale, custodisci le nostre famiglie nella pace e nella grazia divina, e soccorrici nell’ora della nostra morte. Amen.         (10 volte)

 

 

2° Meditazione: San Giuseppe e il servizio della paternità.

 

Nei Vangeli è presentato chiaramente il compito paterno di Giuseppe verso Gesù. Difatti, la salvezza, che passa attraverso l’umanità di Gesù, si realizza nei gesti che rientrano nella quotidianità della vita familiare, rispettando quella “condiscendenza” inerente all’economia dell’Incarnazione. Gli evangelisti sono molto attenti a mostrare come nella vita di Gesù nulla sia stato lasciato al caso, ma tutto si sia svolto secondo un piano divinamente prestabilito. Con l’Incarnazione le “promesse” e le “figure” dell’antico testamento divengono “realtà”: luoghi, persone, avvenimenti e riti si intrecciano secondo precisi ordini divini, trasmessi mediante il ministero angelico e recepiti da creature particolarmente sensibili alla voce di Dio. Maria è l’umile serva del Signore, preparata dall’eternità al compito di essere madre di Dio; Giuseppe è colui che Dio ha scelto per essere “l’ordinatore della nascita del Signore” (Origenis, «Hom. XIII in Lucam» 7: S. Ch. 87, 214), colui che ha l’incarico di provvedere all’inserimento “ordinato” del Figlio di Dio nel mondo, nel rispetto delle disposizioni divine e delle leggi umane. Tutta la vita cosiddetta “privata” o “nascosta” di Gesù è affidata alla sua custodia. (Redemptoris Custos)

 

Padre nostro, Ave Maria, Gloria

 

Ave o Giuseppe uomo giusto, Sposo verginale di Maria e padre davidico del Messia; Tu sei benedetto fra gli uomini, e benedetto è il Figlio di Dio che a Te fu affidato: Gesù.

San Giuseppe, patrono della Chiesa universale, custodisci le nostre famiglie nella pace e nella grazia divina, e soccorrici nell’ora della nostra morte. Amen.         (10 volte)

 

 

3° Meditazione: San Giuseppe e il sostentamento e l’educazione di Gesù a Nazareth.

 

La crescita di Gesù “in sapienza, in età e in grazia” (Lc 2, 52) avvenne nell’ambito della santa Famiglia sotto gli occhi di Giuseppe, che aveva l’alto compito di “allevare”, ossia di nutrire, di vestire e di istruire Gesù nella legge e in un mestiere, in conformità ai doveri assegnati al padre.

Nel sacrifico eucaristico la Chiesa venera la memoria anzitutto della gloriosa sempre Vergine Maria, ma anche del beato Giuseppe (cf. «Missale Romanum», «Prex Eucharistica I»), perché “nutrì colui che i fedeli dovevano mangiare come pane di vita eterna” (S. Rituum Congreg., «Quemadmodum Deus», die 8 dec. 1870: « B.Pii IX P. M. Acta», pars I, vol V, 282). Da parte sua, Gesù “era loro sottomesso” (Lc 2, 51), ricambiando col rispetto le attenzioni dei suoi “genitori”. In tal modo volle santificare i doveri della famiglia e del lavoro, che prestava accanto a Giuseppe. (Redemptoris Custos)

 

Padre nostro, Ave Maria, Gloria

 

Ave o Giuseppe uomo giusto, Sposo verginale di Maria e padre davidico del Messia; Tu sei benedetto fra gli uomini, e benedetto è il Figlio di Dio che a Te fu affidato: Gesù.

San Giuseppe, patrono della Chiesa universale, custodisci le nostre famiglie nella pace e nella grazia divina, e soccorrici nell’ora della nostra morte. Amen.         (10 volte)

 

 

4° Meditazione:   San Giuseppe e il lavoro come espressione dell’amore.

 

Espressione quotidiana di questo amore nella vita della Famiglia di Nazaret è il lavoro. Il testo evangelico precisa il tipo di lavoro, mediante il quale Giuseppe cercava di assicurare il mantenimento alla Famiglia: quello di carpentiere. Questa semplice parola copre l’intero arco della vita di Giuseppe. Per Gesù sono questi gli anni della vita nascosta, di cui parla l’Evangelista dopo l’episodio avvenuto al tempio: “Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso”. (Lc 2, 51) Questa “sottomissione”, cioè l’obbedienza di Gesù nella casa di Nazaret, viene intesa anche come partecipazione al lavoro di Giuseppe. Colui che era detto il “figlio del carpentiere” aveva imparato il lavoro dal suo “padre” putativo. Se la Famiglia di Nazaret nell’ordine della salvezza e della santità è l’esempio e il modello per le famiglie umane, lo è analogamente anche il lavoro di Gesù a fianco di Giuseppe carpentiere. Il lavoro umano e, in particolare, il lavoro manuale trovano nel Vangelo un accento speciale. Insieme all’umanità del Figlio di Dio esso è stato accolto nel mistero dell’Incarnazione, come anche è stato in particolare modo redento. Grazie al banco di lavoro presso il quale esercitava il suo mestiere insieme con Gesù, Giuseppe avvicinò il lavoro umano al mistero della Redenzione. (Redemptoris Custos)

 

Padre nostro, Ave Maria, Gloria

 

Ave o Giuseppe uomo giusto, Sposo verginale di Maria e padre davidico del Messia; Tu sei benedetto fra gli uomini, e benedetto è il Figlio di Dio che a Te fu affidato: Gesù.

San Giuseppe, patrono della Chiesa universale, custodisci le nostre famiglie nella pace e nella grazia divina, e soccorrici nell’ora della nostra morte. Amen.         (10 volte)

 

 

5° Meditazione: San Giuseppe e il primato della vita interiore.

 

La testimonianza apostolica non ha trascurato la narrazione della nascita di Gesù, della circoncisione, della presentazione al tempio, della fuga in Egitto e della vita nascosta a Nazaret a motivo del “mistero” di grazia contenuto in tali “gesti”, tutti salvifici, perché partecipi della stessa sorgente di amore: la divinità di Cristo. Se questo amore attraverso la sua umanità si irradiava su tutti gli uomini, ne erano certamente beneficiari in primo luogo coloro che la volontà divina aveva collocato nella sua più stretta intimità: Maria sua madre e il padre putativo Giuseppe (cf. V. P. Pii XII, «Haurietis Aquas», III, die 15 maii 1956: AAS 48 [1956] 329s).

Poiché l’amore “paterno” di Giuseppe non poteva non influire sull’amore “filiale” di Gesù e, viceversa, l’amore “filiale” di Gesù non poteva non influire sull’amore “paterno” di Giuseppe, come inoltrarsi nelle profondità di questa singolarissima relazione? Le anime più sensibili agli impulsi dell’amore divino vedono a ragione in Giuseppe un luminoso esempio di vita interiore. Inoltre, l’apparente tensione tra la vita attiva e quella contemplativa trova in lui un ideale superamento, possibile a chi possiede la perfezione della carità. (Redemptoris Custos)

 

 

Padre nostro, Ave Maria, Gloria

 

Ave o Giuseppe uomo giusto, Sposo verginale di Maria e padre davidico del Messia; Tu sei benedetto fra gli uomini, e benedetto è il Figlio di Dio che a Te fu affidato: Gesù.

San Giuseppe, patrono della Chiesa universale, custodisci le nostre famiglie nella pace e nella grazia divina, e soccorrici nell’ora della nostra morte. Amen.         (10 volte)

 

Salve Regina

 

Tratto da: Preghiamo con la corona del rosario – Imprimatur Parma, 23 Luglio 2018 + Enrico Solmi Vescovo.

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