Le origini del male e la redenzione


Piccolo figlio mio,

ascoltami e cerca di comprendere quanto Io, con tanto Amore, vengo a dirti.

Avrai avuto modo di riflettere sul fatto che si apprezza maggiormente un bene che viene restituito dopo essere stato tolto. Ad esempio: una persona che è sempre stata sana, non sa apprezzare la sua buona salute quanto colui che ne viene privato, passa attraverso la dolorosa esperienza della malattia, ma poi riacquista il suo benessere psicofisico. E’ così, vero? In questa stagione, dopo il freddo inverno, sai apprezzare di più il tepore del clima primaverile. Infatti, se non ci fosse l’alternarsi delle stagioni, con le loro caratteristiche, ma ci fosse sempre il clima mite di una continua primavera, questo bene non sarebbe stimato per il suo giusto valore. Similmente sai gustare meglio un buon piatto di cibo, se hai avvertito lo stimolo della fame. Tu dici: ”Sono fatto così” ed è vero. Le cose buone sono buone in sé, ma si sanno apprezzare meglio dopo che se ne è stati, temporaneamente, privati.

 

Troppo spesso dimentichi di essere stato creato ad immagine e somiglianza del tuo Dio – che IO SONO-. Con questo non voglio dirti che Io e te siamo uguali, ma voglio sottolineare che ci sono delle somiglianze a cui tu, spesso, non pensi.

 

Sono necessari gli opposti, ad esempio, del bene e del male. E’ necessaria la libertà della scelta.

Il peccato, che altro non è che la disobbedienza delle creature al loro Creatore, è un male, ma può servire ad ottenere un bene maggiore di quello che era all’inizio. Anche in questo, però, c’è sempre l’esercizio della libertà. Anche Dio esercita, con ogni pienezza, la sua libertà, che è sempre e solo quella di amare le sue creature, in special modo gli uomini, da Lui creati a sua immagine e somiglianza.

 

Molto spesso cerchi di capire il senso della sofferenza, perché è una situazione che vivi nel presente e che ti dà molta pena, mentre tu continui a cercare la felicità, come è giusto che sia, perché per questo sei stato creato. Il peccato, per quanto riprovevole in sé, è utile per raggiungere un grado di felicità più grande e duraturo, ma bisogna percorrere la Via della croce. Infatti, mentre le sofferenze temporali finiscono, la beatitudine che TUTTI siete chiamati a raggiungere è senza fine, cioè eterna. E ti pare poco?

Io so trasformare il male in bene e lo faccio incessantemente, ma è necessario, nella vita terrena, percorrere la Via della croce.

 

Dio stesso, nella seconda Persona della Santissima Trinità, si è incarnato per compiere la Redenzione dell’Umanità ed aprire, per tutti coloro che vogliono entrare, le porte del Paradiso.

Era necessario che anche Dio soffrisse le pene degli uomini peccatori, a causa del suo Amore. L’Amore dona e l’Amore accoglie, perché desidera pienezza di comunione. A tal scopo Gesù Cristo assume su di Sé tutto il peccato degli uomini di ogni generazione, tutte le sofferenze dell’intera creazione, perché la stessa possa essere rinnovata nella speranza della beatitudine futura. Ed è questa una speranza che non delude, perché Dio è Fedele a Se stesso, quindi alla sua Natura: Dio è Amore, il suo esercizio è amare senza misura.

Dio accoglie i peccatori, perdona i peccati e dona grazia sovrabbondante.

 

Non chiederti se queste mie affermazioni significano che devi rassegnarti alla sofferenza per tutta la vita terrena e non spegnere in te la speranza di poter gustare la gioia già su questa terra. Rifletti: i santi non vissero forse un acconto di paradiso tra le brutture del mondo in cui tu stesso vivi? Ad ogni tua domanda ho dato risposta in Cristo Gesù, tuo Salvatore. E’ Lui che ancora oggi ti dice: “Vieni a me, tu che sei stanco ed oppresso, e io ti darò ristoro. Prendi il mio giogo sopra di te e impara da me che sono mite e umile di cuore, e troverai ristoro per la tua vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero.” (cfr Matteo 11,28-30)

 

Ma torniamo a quanto ti dicevo prima, e cioè che sono necessari gli opposti del bene e del male. Poiché Dio è solo Bene infinito, e non potrebbe essere altrimenti, era logico che il male potesse venire solo dall’esercizio del libero arbitrio delle sue creature. E così è stato. Ma quel male è causa di un bene più grande di quanto sarebbe stato all’origine, perché ha richiesto l’esercizio dell’Amore infinito di Dio, nell’Opera della Redenzione.

Medita sulla parabola del Padre Misericordioso. Quante volte avrai pensato alla differenza dei due miei figli e ti sarai riconosciuto nell’uno o nell’altro, ma hai mai pensato quale figlio ha dato una gioia più grande al mio Cuore di Padre? Non scandalizzarti se ti dico che la gioia più grande mi è stata donata dal figlio più giovane e lui stesso ha provato una gioia più grande rispetto al figlio maggiore. Ma non fraintendermi, perché Io amo te, ma odio il peccato e ti invito insistentemente a non peccare. Hai già i tuoi peccati e non dovresti cercarne altri.

 

Non dimenticare le Parole che Gesù disse alla donna adultera: “Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più». (Giovanni 8,10-11)

 

Ricorda anche quello che Gesù disse al paralitico che stava presso la piscina: “ Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio». (Giovanni 5,14)

 

Queste cose ti ho detto, perché tu comprenda l’Amore del tuo Dio e la gioia che Lui prova nel perdonare, cioè nell’accogliere i figli che tornano a Lui con tutto il cuore.

 

La Redenzione è un’Opera grande quanto la Creazione e ugualmente grande è la santificazione delle anime, che opera lo Spirito Santo. La libertà è sacra e viene esercitata incessantemente da Dio e dai suoi figli. Dio sceglie come amare le sue creature, perché esse abbiano il meglio e le guida verso la felicità eterna: fondamentalmente questa è l’unica sua scelta.

L’uomo sceglie se pensare solo a se stesso, facendo quello che vuole, oppure se fidarsi di Dio e camminare umilmente con Lui, per ricevere grazia e collaborare con essa: fondamentalmente questa è l’unica sua scelta. E’ anche vero che l’uomo non è perfetto e, di conseguenza, non è sempre fedele, ma il Dio Fedele lo conduce, quindi non c’è motivo di scoraggiamento.

 

La scelta dell’uomo non è compiuta o, perlomeno, non è compiuta per tutte le generazioni e per tutti gli uomini, ma è in compimento. Ognuno dovrebbe pensare prima di tutto alla sua risposta personale alla chiamata a conversione di Dio. Lui chiama incessantemente e con molti mezzi, senza stancarsi, perché vuole che tutti siano salvati.

La conversione è un miracolo continuo in cui Dio e l’uomo collaborano per il raggiungimento del fine: la gloria eterna di Dio insieme ai suoi figli. Come l’uomo non può essere felice senza Dio, similmente Dio non può godere della beatitudine piena senza i suoi figli.

 

Ritornare a Dio con tutto il cuore, significa ritornare alla gioia della comunione con Lui.

 

“Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si converte, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.” (Luca 15,7)

 

Io conosco le tue debolezze e so che nonostante la rettitudine delle tue intenzioni puoi cadere nel peccato. Ogni pentimento e buon desiderio di tornare sulla retta via è accolto da Dio con benevolenza e con gioia. Non scoraggiarti, dunque, ma continua il tuo cammino di conversione con fede, speranza e carità.

 

Il cammino dell’amore ti porta alla necessità di amare come Dio stesso ama, fino al dono della vita, secondo la chiamata personale. Così il buon Gesù ti conduce in questa vita alle altezze del Tabor, perché tu possa ricordare la sublimità della tua natura, ma la Luce che ti illumina il cuore lassù ti ricorda anche che è necessario tanto partecipare alla Gioia del tuo Dio quanto ridiscendere, per amore dei fratelli, nella valle del pianto e delle sofferenze umane. Essere uniti a Dio, significa anche saper ridiscendere il monte della gioia, per assumere il carico, che a ciascuno è affidato dalla Sapienza divina, dei fratelli che ancora sono in attesa di conoscere l’Amore che salva. Gioia e sofferenze, inevitabilmente, si uniscono in modo mirabile nel Piano di Salvezza al quale tu sei chiamato a collaborare.

 

Ora sei in cammino. Tuttavia, fin che sei in questa vita, devi sopportare tribolazioni e patire sofferenze, nell’attesa della completa liberazione. Ma, se sei unito a Cristo e cerchi con tutto il cuore la Volontà di Dio, avrai parte alla sua Gloria, nella vita futura, quando ciascuno riceverà la ricompensa delle opere compiute. A tal fine ti ricordo che anche la preghiera è un’opera ed è molto importante, perché è il fondamento dell’edificio spirituale che Dio costruisce nella tua e altrui anima.

 

Figlio mio, non avere paura, non temere nulla, perché il buon Dio ha cura di te.

 

Non peccare, perché sarebbe come andare a cercare sofferenze e ricorda che il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Gesù Cristo. (cfr Romani 6,23)

 

Convertiti, dunque, e credi al Vangelo per avere sempre più parte alla Vita del tuo Signore. Accogli, insieme con Lui, le sofferenze che ti sono provvedute con Amore Infinito, perché tu possa avere meriti per la gloria futura, quando la beatitudine sarà senza fine.

 

Benedici il tuo Dio quando ti provvede sofferenze che non derivano dal tuo peccato, ma dal peccato altrui: fa tesoro di ogni occasione per collaborare con il Piano di Dio per la tua santificazione e la salvezza dei fratelli.

 

Non dimenticate l’intercessione dei santi. Concludo con le Parole di San Paolo:

“ Anche per questo preghiamo di continuo per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e porti a compimento, con la sua potenza, ogni vostra volontà di bene e l’opera della vostra fede; perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.” (2 Tessalonicesi 1,11-12)

 

Ti amo e ti benedico, figlio mio.

 

                                                                                     Dio, tuo Padre

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