L’angelo custode e note di cammino spirituale


Il Signore ci ha dato un angelo custode che ha l’incarico di custodirci nel nostro cammino terreno. Gli angeli in Cielo sono servitori di Dio e ognuno ha un incarico ben specifico. Così, gli angeli custodi, pur essendo tutti simili, sono tutti meravigliosamente diversi, come le anime alle quali prestano assistenza. L’angelo è un Fratello che vive insieme a noi e non ci abbandona mai. In un certo senso possiamo dire che è un fratello, con il quale cresciamo insieme. Infatti, l’angelo è creatura spirituale e, possiede già  un grado di purezza nella gerarchia angelica, ma, gioisce delle nostre buone azioni e si rattrista per le nostre cattive azioni. Così, si può dire che lui aumenta la sua beatitudine se noi operiamo nella carità. Non parlo di gloria, ma di beatitudine e di Luce. L’angelo del bimbo appena nato, è diverso da quando consegnerà l’anima al giudizio divino, al termine della vita terrena. Potrà avere acquistato luce, e forse non ne avrà persa perché l’angelo per natura sua opera sempre nella carità, anche se le parole dell’apostolo Paolo possono suscitare questo dubbio. (“Non sapete che giudicheremo gli angeli?” – 1 Corinzi 6,3)

 

Gli angeli custodi sono molto differenti. I più luminosi e potenti sono riservati a coloro che hanno missioni speciali, nella Chiesa, quindi per primi i Sacerdoti e i religiosi. Anche i laici però se accettano pienamente la Volontà di Dio sono protetti da angeli molto potenti perché li aiutino a portare a termine la loro missione. Ordinariamente il Signore dà molto più del necessario in grazie spirituali, per cui dobbiamo dedurre che se procediamo lentamente nel nostro cammino verso Dio è principalmente dovuto alla nostra scarsa fede. E’ la fede infatti che ci porta ogni bene e che ci permette di superare tutti gli ostacoli. L’ostacolo principale è sempre quello della paura e viene regolarmente fomentata dall’accusatore.

 

La mente umana  tende a considerare le cose in modo statico, invece tutta l’economia divina è dinamica: altrimenti non si potrebbe parlare di Vita Eterna.

La Scrittura giustamente dice che Dio opera incessantemente. (Ma Gesù dichiarò:” Mio Padre opera senza interruzione e così faccio anch’io.”  Giov.5,17).

 

Tutto il cammino spirituale è volto alla definitiva unione trasformante con la Trinità, in Cristo Gesù.

 

Il Signore opera nell’anima in modo a noi sconosciuto, ma  a volte ci è dato di intuire piccole luci e questo ci fa esultare nel nostro Dio e cantare le sue Misericordie.

 

Quando l’uomo si decide definitivamente per Dio, rinunciando per sempre a Satana e quindi al peccato, il Signore comincia a operare con potenza nella sua anima.

Il seme del Santo Battesimo comincia a germogliare e a crescere.

L’anima è stata attirata dal Padre Celeste, come dice Gesù : “Tutti quelli che il Padre mi dà si avvicineranno a me; e chi si avvicina a me con fede io non lo respingerò.”(Giov. 6,37), e ancora: “Nessuno può avvicinarsi a me con fede se non lo attira il Padre che mi ha mandato. E io lo risusciterò l’ultimo giorno.” (Giov.6,44 ). L’anima per ascoltare il richiamo del Padre ha già passato molte tribolazioni e sofferenze, che sono oltremodo benedette perché le recano ora la grazia di questa prima conversione. L’anima infatti, con l’aiuto della Vergine, si avvicina a Gesù e nasce in lei il desiderio di conoscerLo, amarLo e servirLo. Gesù, da parte Sua, serve l’anima con molte attenzioni d’amore e la fa riposare nella sua Pace.

 

L’anima può avere la conoscenza intima che, con le gradualità necessarie il buon Dio la unisce più strettamente  al suo angelo custode, perché abbia  maggior condivisione con la sua luce, che riceve nella misura del suo grado di fede. L’anima cerca di crescere nella fede, riconoscendo in essa il bene più prezioso che le è stato donato, anche se lo Spirito Santo le ha elargito altri Doni. L’anima spesso può intuire che il Signore voglia condurla verso l’innocenza tipica dei bambini, cioè le lava la veste battesimale che ha sporcato con i molti peccati commessi.

 

C’è uno stato spirituale in cui l’uomo si potrebbe chiamare angelo terrestre, perché è molto  unito al suo angelo custode e ne assume parte delle peculiari caratteristiche spirituali. L’anima quindi riceve delle grazie che le danno un anticipo di beatitudine: avverte un naturale distacco dalle cose del mondo e un dolce desiderio di Dio. Si sente guidata e opera con naturalezza perché le opere buone le vengono spontanee e le buone parole sgorgano naturalmente dal suo cuore. Sente viva la grazia in lei e riconosce che il Signore ha preso dimora presso di lei e Gli rende la gloria dovuta. A volte però, perché non insuperbisca, il Signore le nasconde la luce e l’anima soffre e si umilia  perché riconosce la sua debolezza e la Misericordia che Dio le concede. E’ questo un tempo in cui il Signore adopera molte tenerezze all’anima per farla innamorare.

 

San Giovanni della Croce (Cantico Spirituale 20-21,10) cita: “Nella trasformazione di amore succede all’anima quanto accade agli Angeli, i quali stimano perfettamente le cose dolorose senza sentirne il dolore, esercitano le opere di misericordia e di compassione senza provare compassione.”

L’anima ha già salito un gradino verso Dio. Era stata creata “poco meno degli angeli” (salmo 8,6) ed ora si trova ad essere spiritualmente simile agli angeli. E’ l’anima che ha ricevuto la salvezza e l’eredità del Crocifisso: il paradiso. E’ un’anima che vive stabilmente nella grazia ed è ammaestrata dal Signore. In questo stato è soggetta alle tentazioni, ma il demonio non può più vincerla.  Gesù la difende come Sua proprietà perché l’anima si è donata totalmente a Lui. Ci sono anche le prove, con le quali il Signore la fa crescere come a Lui piace. Ogni cammino è unico, ma tutti sono simili.

L’anima comprende le parole dell’Apostolo Paolo:” Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, hanno accolto degli angeli senza saperlo” (Ebrei 13,2) e comprende anche le Parole di Gesù quando invita all’accoglienza dicendo :” Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.” (Matteo 10,40).

L’anima vive tranquilla e serena come un bimbo in braccio a sua madre. (salmo 131)

L’anima sa che potrebbe fermarsi qui, ma il suo desiderio di Amore (poiché è già infiammata di amore divino) le “impone” di fare il passo successivo: rinunciare alla beatitudine già acquisita per rendersi simile al Figlio di Dio.

Più che altro ella desidera essere assimilata dal Cristo, per poter con Lui contribuire alla gloria di Dio Padre.  La sete di Dio che prima era dolce ora diventa tanto forte da essere dolorosa. Così, se fino ad ora, aveva operato con misericordia pur non provando compassione, ora desidera ardentemente sentire quella compassione che guadagna anime al cielo. Le sembra di aver vissuto fino ad ora una fase di preparazione perché solo ora comincia ad avvertire con frequenza la fatica, il dolore e le tribolazioni annunciate dal Signore a coloro che vogliono seguirLo. Tuttavia sceglie liberamente di percorrere con il suo Signore la via della croce perché urge la necessità di ricambiarGli l’amore ricevuto. L’anima cerca in ogni modo di rinnegare sé stessa per poter seguire il Suo Signore e sempre cerca la Volontà di Dio.

 

E’ scritto: “Io ho detto: «Voi siete dèi, siete tutti figli dell’Altissimo». (Salmo 81,6), ed è la stessa Parola che Gesù ricorda nel Vangelo secondo San Giovanni  in 10,34.

In queste parole l’anima riconosce la chiamata universale alla santità poichè  tutti siamo Figli di Dio, chiamati ad essere perfetti. L’anima comprende che deve partecipare della stessa Vita dell’Amato sulla terra perché solo in Lui è riconosciuta figlia del Padre Celeste e quindi potrà partecipare della Sua stessa gloria in Cielo.

 

Il passaggio a quella che potremmo definire una “seconda conversione” non è senza dolore, anzi, l’anima si sente portare via uno alla volta i beni spirituali che credeva di possedere. Tutto quello che prima  faceva con estrema dolcezza ora le costa fatica e tutto le sembra contrario. Se riconosceva nel periodo precedente “il giorno” ora si sente più che mai in una “notte” in cui si sente smarrita,  non sa dove va e corre continuamente il rischio di inciampare. Si sente sola. Ci sono momenti in cui anche il Signore si nasconde e a lei sembra di essere ripudiata.

Nella fede sa che ciò non è possibile, pur tuttavia sente nel suo intimo l’abbandono di Dio e si sente morire di dolore. Sente che nessuno può capirla, solo Gesù, ma anche Lui  sembra che  l’abbia vomitata dalla sua bocca. (Ap. 3,16)

Il Signore conduce l’anima verso il suo centro e lei comprende l’infinita Santità di Dio e guardando sé stessa inorridisce perché scopre che  possiede le radici di tutti i peccati. Allora le sembra di essere un sepolcro imbiancato, come dice Gesù agli scribi e ai farisei: …”rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all’esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. (Matteo 23,27).

Ora l’anima si sente degna solo dell’inferno, tuttavia ha gustato quanto è Buono il Signore, e ricorda le meraviglie che ha compiuto per lei, in lei e attraverso lei. Oltre la fede sente viva speranza che il Signore la porterà, per vie sconosciute, all’agognata meta e si abbandona totalmente alla Sua Volontà, per essere come creta nelle mani del Vasaio. (Siracide 33,13)

 

 

Concludendo, l’anima ha notato di essere stata condotta in queste due fasi:

 

  1. una prima conversione, in cui Dio le ha donato Perdono, Salvezza e divino Riposo. Si è sentita spiritualmente simile agli angeli. Questa fase è durata diversi anni. Le è sembrato come un fidanzamento con lo Sposo Celeste.
  2. una seconda conversione in cui è chiamata ad essere sposa del Salvatore con viva partecipazione della Sua stessa Vita e quindi alla stessa Missione. In questa fase dovrà accogliere il dolore come fonte dalla quale sgorga l’Amore. Sarà infatti resa partecipe dell’Amore di Gesù per il Padre e per i fratelli. Questa trasformazione la immetterà nella Trinità come figlia nel Figlio. Con l’abbandono alla Volontà Divina, l’anima raggiungerà la perfezione richiesta dal Padre Celeste, in Cristo Signore.
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