Meditazione di Benedetta: cosa chiedere al Signore.


Sappiamo che, per essere esauditi, dobbiamo pregare chiedendo la Volontà di Dio e sappiamo pure che il più delle volte essa ci è ignota. Allora ci limitiamo a chiedere quello che ci sembra bene e concludiamo con il “Sia fatta la Volontà di Dio”. Questa mi sembra cosa buona però fa sorgere degli interrogativi.

Ad esempio: nel Padre nostro, che è preghiera insegnataci da Gesù, e quindi santa e perfetta, noi chiediamo al Padre di liberarci dal male, e con questo pensiamo a qualsiasi forma di male: oppressioni demoniache, malattie, e ogni fatto che nella nostra vita ci fa soffrire (lo stesso vale per le intercessioni).

Perché il Signore non ci libera dal male? O noi o la/le persona/e per cui preghiamo?

La prima risposta potrebbe essere che noi non siamo abbastanza santi per essere ascoltati ed esauditi.

Sorge dunque la domanda di come sia bene pregare e cosa sia conveniente chiedere al Signore.

 

Possiamo azzardare delle ipotesi: la nostra conversione è ancora agli inizi e la nostra unione con il Signore Gesù è ancora fragile e discontinua (così anche per le persone per cui preghiamo). Crediamo che la preghiera, se è buona, sarà esaudita al tempo favorevole e questo già ci rasserena. Ma, che si ammetta o no, restiamo un po’ delusi.

 

Rimane anche il fatto che dalla nostra debole e precaria unione con Cristo Signore ne consegue una nostra divisione interiore, ed è cosa che avvertiamo spesso. A volte ci sembra che il cuore dica “si” ma la mente dica “no” o “forse”. Lo vediamo bene nella preghiera personale quando notiamo la nostra incostanza nel chiedere una grazia particolare.  A volte, invece, non sappiamo neppure cosa vogliamo. E’ pur vero che lo Spirito Santo viene in nostro aiuto e, con gemiti inesprimibili, intercede presso Dio in nostro favore. Ringraziamo Dio per questo, però i Suoi gemiti inesprimibili ci sono sconosciuti e noi rimaniamo nell’ignoranza, e a volte anche nella delusione.

 

Azzardo ancora: dove abita Dio? Nel nostro cuore, in quel Luogo santo da Lui scelto come dimora e lì, che ce ne rendiamo conto o no, noi siamo uniti alla SS.ma Trinità, ma in modo ancora parziale. Nelle profondità del nostro cuore noi siamo concordi con Lui, accogliamo il nostro Progetto di vita e vi aderiamo, ma possiamo esserne inconsapevoli perchè la nostra mente ancora rifiuta la croce.

 

Indagando sul significato biblico della parola “cuore” troviamo che esso è il nostro centro spirituale emotivo ed intellettuale, che simboleggia l’intera persona interiore. E’ la sede del pensiero, della volontà e dei desideri, delle emozioni e delle decisioni. E’ in quella sede che esercitiamo il libero arbitrio.

In senso biblico la “mente” si riferisce principalmente alle facoltà mentali ma è profondamente legata al “cuore” che include emozioni e sentimenti. Il concetto biblico di mente non è disgiunto dal cuore, ma è l’intelletto che deve essere trasformato per allinearsi con la Volontà di Dio e la mentalità di Cristo, evitando l’inganno e la futilità dei pensieri mondani.  La Bibbia ci esorta ad essere “trasformati nella mente” ovvero a cambiare il proprio modo di pensare per conformarci ai pensieri di Cristo.

 

San Paolo scrive, riferendosi ai perfetti: “Ora, noi abbiamo i pensieri di Cristo” (1 Cor 2,16)

I pensieri del Signore li possiamo intuire da tutto quello che Lui fece durante la sua vita terrena, quindi dobbiamo vivere il Vangelo. Convertirsi e credere al Vangelo è il nostro impegno di cristiani e il pensiero di Cristo è la Croce: dovremmo accogliere e lasciarci dirigere da questo pensiero, da questa sapienza.

 

Mi dicevano di una donna che per decenni fu in cura dall’esorcista. Soffriva tantissimo. Donna di fede, che pregava molto e moltissimi hanno pregato per la sua liberazione, che non avvenne (fino a che so io). Ci si domandava il motivo. Ora posso pensare che potrebbe essere stato il mezzo con cui Dio voleva santificarla, facendola partecipe della Missione di Cristo stesso, come collaboratrice del Piano di Dio.  Forse era nata per quello e non lo sapeva, perché nessuno di noi può conoscere le Vie del Signore. E oso pensare che nel profondo del suo cuore lei avesse detto “SI” al Signore ma la sua mente non era riuscita a conformarsi alla Volontà di Dio, ai Pensieri di Cristo e, in definitiva alla Croce di Lui, di cui la nostra fa parte.

 

Penso che lo stesso potrebbe dirsi per molte persone che hanno croci pesantissime. Dio è Amore ma quando viene a noi con la croce siamo tentati a ribellarci e molti si ribellano, inasprendo maggiormente le loro pene.

Ci sono anche quelli che hanno croci terribili fin dalla nascita e tante volte abbiamo pensato che non sia giusto. Ci vuole fede per credere in Dio e ai santi che ne sono stati testimoni. Santa Teresa di Lisieux disse che “la sofferenza è il dono migliore che Lui ha da darci e la dà solo ai suoi amici scelti”. Ci sono dunque anime scelte fin dal principio della loro vita per portare croci pesantissime? Forse non riusciamo a crederlo ma non possiamo escluderlo. Dobbiamo però cercare di aiutare tutti, almeno per mezzo della preghiera.

 

La mia esperienza mi porta a pensare che la cosa più conveniente da chiedere, per noi e per tutti coloro per cui intercediamo, è la grazia di conversione, che è sempre concessa ma tante volte è accolta dalle anime in modo lento e graduale. E’ conveniente chiedere il Dono dello Spirito Santo che il Padre dona a coloro che glielo chiedono (Lc 11,13). E’ molto conveniente per noi abbandonarci con fiducia e amore alla Divina Volontà, perché Dio ci trasformi e porti a compimento il Suo Progetto di gloria su ciascuno di noi.