Premessa: Ho scritto queste considerazioni come condivisione fraterna della mia esperienza vissuta durante una malattia importante, che incute paura a moltissimi. Mi sono resa conto che la paura fa soffrire ancor più della malattia stessa, ma con la fede possiamo vincerla. Ho compreso anche che il corpo può soffrire mentre l’anima può riposare serenamente nell’Amore del Signore. Il Signore, infatti, è capace di trasfigurare la nostra vita e di questo rendo testimonianza per dare gloria a Lui e per aiutare la fede di chi mi legge. E poiché Dio non fa preferenze di persone, vi esorto a fidarvi ciecamente affinchè anche voi possiate gustare il suo Amore Misericordioso nella vostra anima e nella vostra vita.
Spesso la paura è un semplice atteggiamento di difesa verso ciò che noi pensiamo sia un pericolo e, in questo caso, è utile, perché ci induce alla giusta prudenza. Ma ci sono altre paure che avvelenano la nostra vita in questo mondo e, soprattutto, la nostra vita spirituale: su queste ultime faremo alcune considerazioni.
Dai tempi di Adamo ad oggi la paura e l’angoscia nascono dalla disobbedienza, cioè dal peccato, ed esprimono il sentirci colpevoli di fronte al Giudizio di Dio, il timore di un castigo, di una sofferenza che potrebbe arrivare nella nostra vita. Adamo perse la fiducia che aveva in Dio, perché era stato ingannato dal demonio. Anche oggi gli uomini vengono ingannati dal demonio, che è più astuto di noi.
In Genesi 3,10 leggiamo l’origine della paura: Adamo, dopo aver disobbedito, rispose a Dio che lo chiamava:
«Ho udito la tua voce nel giardino e ho avuto paura, perché ero nudo, e mi sono nascosto».
Un altro esempio ci viene da Mosè sull’Oreb quando udì la voce del Signore e: “allora si coprì la faccia, perché aveva paura di guardare verso Dio”. (Esodo 3,6)
Ma forse l’esempio che potremmo sentire più vicino a noi lo troviamo nella parabola dei dieci servi in cui il servo malvagio dice al suo padrone: Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuta riposta in un fazzoletto; avevo paura di te che sei un uomo severo e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti quello che non hai seminato. (Luca 19,20-21) Molti, purtroppo, credono che Dio sia ingiusto.
Sappiamo che il peccato originale è stato cancellato dal Battesimo, ma le tendenze, le inclinazioni cattive sono rimaste in ogni anima che nasce in questo mondo e vengono alimentate dal mondo stesso. Sono le cattive inclinazioni che il nemico risveglia e fomenta in noi per allontanarci da Dio, cioè per indurci al peccato e allontanarci dalla fede. Le sue tentazioni possono essere talmente subdole da non riuscire a riconoscerle.
Si rende allora necessario combattere la “buona battaglia della fede” per vincere la paura (con tutta la sofferenza che comporta, sia spirituale che fisica) e il demonio che è così generoso nel regalarcela.
In fin dei conti, di cosa abbiamo paura nello scorrere della nostra quotidianità? Io credo che abbiamo paura che le cose non vadano come noi desideriamo, e da qui il presupposto è che noi desideriamo il giusto. Quindi, se il Signore realizza la nostra volontà va bene e lo ringraziamo, ma c’è la possibilità che non la realizzi e questo ci incute paura. Perché? Perché pensiamo di avere ragione. E, se il Signore non ci esaudisce, ci poniamo mille domande e sprofondiamo sempre più nei dubbi, nella tristezza e nella paura. Forse siamo talmente convinti di essere nel giusto, che ogni disposizione divina contraria ai nostri pensieri ci fa dubitare dell’Amore di Dio. Forse in fondo al nostro cuore non accogliamo tutto quello che non riusciamo a capire, ma il Signore non ha mai chiesto di essere capito (perché è cosa impossibile), ha solo chiesto di avere fiducia in Lui, di rinnegare noi stessi e di seguirlo.
Allora domandiamoci se crediamo veramente che il Signore ci ama sempre e comunque, se crediamo veramente che Lui sa servirsi anche delle contrarietà, per donarci il suo Amore e la sua grazia santificante; se crediamo che “tutto concorre al bene per coloro che amano Dio”. E alla fine chiediamoci se è più saggio credere in noi stessi e nelle nostre convinzioni, oppure in Dio e al suo Piano d’Amore e salvezza per tutti. Dobbiamo SCEGLIERE e in questa scelta saremo perdenti o vittoriosi contro la paura. Non solo, se sceglieremo la Volontà di Dio, rimarremo nel suo Amore e nella sua Pace infinita in tutte le prove e contrarietà della vita. Dobbiamo essere perseveranti nella fede, soprattutto quando viene messa alla prova.
Invece quante volte il Signore potrebbe dirci: “Perché avete paura, o gente di poca fede? come disse ai suoi discepoli prima di placare il mare in tempesta. (Mt 8,23-26). Lui in quella breve frase pose la domanda e diete al contempo la risposta. Anche noi abbiamo poca fede. Pertanto, come gli apostoli in altra occasione, lo pregheremo così: Signore, accresci la nostra fede. (Lc 17,5) e siamo certi che Lui lo fa perché è “Colui che dà origine alla fede e la porta a compimento”. (Eb 12,2) Gesù è il nostro Salvatore.
Però, come si diceva, anche noi dobbiamo collaborare con Lui combattendo la buona battaglia della fede e dobbiamo farlo per mezzo della spada della Parola di Dio. (Ef 6,13-17)
Ogni giorno e in ogni evenienza dobbiamo scegliere di fidarci di Dio e della sua Parola infallibile. Lui ci ha detto di “non preoccuparci per la nostra vita e per il nostro corpo”; “chi di noi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?”; “non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena”. (Mt 6,25-34)
Basterebbe voler credere fermamente alla sua Parola e il Signore aiuterebbe la nostra poca fede, rafforzandola. Invece troppo spesso temiamo il domani e l’ignoto del presente, dimenticandoci che Lui ci ha detto di essere con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. (Mt 28,20)
Ogni giorno e in ogni evenienza, ma soprattutto nelle prove e nella sofferenza, dobbiamo scegliere e chiedere che compia in noi la sua Volontà, perché vogliamo credere che sia il meglio, anche se non capiamo. Si tratta solo di atti di volontà, da ripetersi con insistenza e costanza, con cui rinneghiamo la nostra e accogliamo la Volontà di Dio. E’ questa la battaglia che siamo chiamati a combattere e non è facile né indolore, però la grazia del Signore ci condurrà alla vittoria e così vinceremo il nemico della nostra gioia e potremo riposare nell’Amore del Signore.
Credere in Dio (non solo a parole, ma con i fatti) è la nostra forza, la nostra pace e la nostra beatitudine: è questo che ci fa cristiani. In questo cammino ci guidi Maria SS.MA che fu beata per avere creduto. (Lc 1,45)