43. La comunione spirituale


Questa comunione non si fa esteriormente, come la comunione sacramentale, ma spiritualmente, cioè internamente e mentalmente. Si chiama anche comunione interiore, comunione del cuore, comunione invisibile e mistica; perchè ci unisce a Gesù in modo misterioso e nascosto, senza nessun segno visibile.

 

Che cosa si deve fare per comunicarsi spiritualmente?

Bisogna avere il desiderio di comunicarsi e, perchè questo desiderio sia sincero, bisogna essere disposti a comunicarsi sacramentalmente, se ciò fosse possibile. Del resto un semplice desiderio, se è vero e profondo, basta a costituire la comunione spirituale e quanto più  sarà prolungato, tanto più la comunione sarà fruttuosa; ma con un semplice slancio del cuore verso Gesù nell’Eucaristia si fa la comunione spirituale e si partecipa alle grazie della comunione sacramentale.

 

Ecco come questo avviene: il Signore è nell’Eucaristia per noi; il suo desiderio di venire in noi, di essere tutto nostro, di possederci, di vivere in noi, è vivissimo ed Egli non domanda che di poterlo soddisfare. «Tutte le volte che tu mi desideri, diceva Gesù a Santa Metilde, tu mi attiri in te. Un desiderio, un sospiro, basta per mettermi in tuo possesso.» Il Signore spesso rivelò ad anime sante e in maniere diverse, il desiderio ardente che ha di unirsi a noi. Nostro Signore incaricava Santa Margherita da Cortona di ricordare ad un religioso le parole di Sant’Agostino: «Credi e tu avrai mangiato»; cioè, fa’ un atto di fede e di desiderio verso l’Eucaristia, e tu sarai nutrito da  Essa.

Dopo una comunione spirituale di cui gustava tutte le delizie, Santa Caterina da Siena si sentì dire da Gesù: «In qualunque luogo, in qualunque maniera mi piaccia, io posso, voglio e so soddisfare meravigliosamente i santi ardori di un’anima che mi desideri».

Il desiderio di Gesù, di unirsi a noi, è infinito e onnipotente: non conosce altro ostacolo che la nostra libertà o la nostra tiepidezza.

 

Sono innumerevoli i frutti della comunione spirituale. Si può riassumere tutto dicendo che è una partecipazione alle grazie della comunione sacramentale. Il Concilio di Trento, parlando dell’uso del sacramento ammirabile dell’Eucaristia, dice espressamente che «molti la ricevono spiritualmente e sono quelli che mangiando con il desiderio questo pane celeste che a loro è offerto, gustano il frutto e l’utilità di questo sacramento.» Dunque, secondo il Concilio di Trento e secondo tutta la teologia, la comunione spirituale è un mangiare spiritualmente del Corpo di Nostro Signore Gesù Cristo e quindi tutti gli effetti della comunione sacramentale si ripetono, benché in modo diverso e in grado inferiore.

 

Il primo e più importante effetto della comunione spirituale è di accrescere la nostra unione con l’umanità e la divinità di Gesù Cristo: tutte le altre grazie che si ricevono, derivano da questo. Se abbiamo la tristezza nel cuore, la comunione spirituale ci riconduce alla pace e alla gioia. Il fervore è rianimato. Essa conserva il raccoglimento ed è un mezzo efficace contro le divagazioni della mente e della fantasia. Ci abitua a tenere i nostri sguardi fissi su Gesù e a conservare con Lui una dolce e costante intimità. Ci distacca da tutto ciò che è puramente sensibile e terrestre e ci fa sdegnare i piaceri del mondo. «Essa è il pane del cuore, dice S. Agostino, essa è la guarigione del cuore». Rende la nostra relazione con Gesù più familiare, la nostra devozione più ardente e profonda; ci fa meglio gustare la soavità e la dolcezza della sua Presenza.

 

La comunione spirituale ha pure un’efficacia meravigliosa per cancellare i peccati veniali e per rimettere le pene dovute al peccato. Inoltre, aumentando ogni giorno i nostri desideri di ricevere Gesù, ci spinge alla Comunione sacramentale, ci impedisce di tralasciarla per colpa nostra, ci dispone a riceverla meglio e a trarne più frutti. E’, al dire di tutti i Santi, la migliore preparazione alla comunione sacramentale.

 

La comunione spirituale si può offrire secondo l’intenzione del prossimo, sia in favore dei vivi che dei defunti. La beata Margherita Maria la raccomandava in suffragio delle anime del Purgatorio, «Voi solleverete assai quelle povere anime afflitte, essa diceva, offrendo per esse delle comunioni spirituali, per riparare al cattivo uso da esse fatto delle comunioni sacramentali.»

 

Quando  fare la comunione spirituale?-

·         Durante la Messa, quando non ci si può comunicare sacramentalmente.

·         Durante le visite a SS. Sacramento, come consigliato da S. Alfonso.

·         Al mattino appena svegli e la sera prima di addormentarsi.

·         Dopo la preghiera o meditazione o lettura spirituale.

·         Prima o dopo la recita del santo Rosario.

·         In qualsiasi momento del giorno e della notte.

 

Privilegio esclusivo della Comunione spirituale è quello di poter essere fatta quante volte si vuole (anche centinaia di volte al giorno), quando si vuole, dove si vuole.

 

Ecco uno dei consigli che P. Pio da Pietrelcina dava a una sua figlia spirituale: “Nel corso del giorno, quando non ti è permesso di fare altro, chiama Gesù, anche in mezzo a tutte le tue occupazioni, con gemito rassegnato dell’anima, ed egli verrà e resterà sempre unito con la  tua anima mediante la sua grazia e il suo santo amore. Vola con lo spirito dinanzi al Tabernacolo, quando non ci puoi andare col corpo, e là sfoga le ardenti brame ed abbraccia il Diletto delle anime meglio che se ti fosse dato di riceverlo sacramentalmente”.

 

La Comunione spirituale suppone, è evidente, la fede nella Presenza Reale di Gesù nei Tabernacoli; comporta il desiderio della Comunione Sacramentale; esige il ringraziamento per il dono ricevuto da Gesù.

Tutto questo è espresso con semplicità e brevità nella formula di S. Alfonso de’ Liguori: Gesù mio, credo che sei realmente presente nel SS. Sacramento. Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’anima mia. Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore… (pausa). Come già venuto, ti abbraccio e tutto mi unisco a Te. Non permettete che io mi abbia mai a separare da Te.

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