Preghiera a Maria


Mia cara figlia, scrivi, con semplicità, quello che senti nel cuore.

 

Dolcissima Mamma, tu sai che sono un po’ preoccupata per il parto imminente di mia figlia. Tu sai che anche nei quattro precedenti ci sono state penose difficoltà e ora sento un po’ di inquietudine. So che è un atteggiamento che rende evidente quanto la mia fede sia debole, perché credo che il Signore fa nuove tutte le cose e le sue sorprese sono sempre imprevedibili, ma la mia esperienza di vita mi condiziona.

 

Poco fa, mentre pregavo i misteri dolorosi del Santo Rosario, pensavo a quanto spesso essi sono “collegabili” alle nostre vite. Chiedo scusa, ma non so esprimermi in modo migliore. Intendo dire che possiamo unirci al Signore, unendo la nostra esperienza di vita alla Sua Vita, secondo i Misteri del Santo Rosario, nella preghiera.

 

Pregando i misteri dolorosi, ad esempio, per una donna in procinto di partorire ho pensato all’agonia di Gesù nell’orto degli ulivi. Anche la partoriente, quando si avvicina la sua ora, la teme e vorrebbe che passasse da lei il calice del dolore. Può essere utile, allora, unire le sue pene al mare di dolore che patì il Signore.

 

Nel secondo mistero doloroso si contempla Gesù flagellato alla colonna. La partoriente può unirsi al suo Signore, in questo mistero, offrendo le contrazioni e le sofferenze che precedono l’inizio del travaglio.

 

Nel terzo mistero si contempla Gesù coronato di spine. In questo mistero la partoriente può unirsi al Signore per mezzo delle incomprensioni che riceve da chi l’assiste, in questo momento difficile della vita. Di solito non si è amati come si desidera essere amati.

 

Nel quarto mistero si contempla Gesù che sale il calvario portando il pesante legno della Croce. In questo mistero la partoriente può contemplare il Suo Signore e unirsi a Lui, per tutta la durata del travaglio. La sofferenza della donna si tramuterà in gioia, mentre la sofferenza del Signore si è tramutata in Gloria Sua e Vita nostra. La sofferenza non è mai inutile.

 

Nel quinto mistero si contempla Gesù che muore in croce. Noi sappiamo e crediamo che è stata una morte che ha preceduto la resurrezione e che anche le nostre croci hanno una loro risurrezione, per i meriti di nostro Signore Gesù Cristo. La partoriente, con il parto, termina una fase della sua vita e ne inizia una nuova, perché, unitamente al padre, dovrà accudire il figlio che il Signore ha donato.

 

Madre mia dolcissima, quante volte ci chiediamo il perché della sofferenza e quanto spesso vorremmo allontanare da noi la croce che il Signore ci dona. Dimentichiamo che non siamo soli a portarla, perché Lui è sempre con noi, ogni giorno, fino alla fine del mondo.

Ho iniziato queste mie piccole riflessioni partendo dalla mia vita di famiglia, ma so che le croci sono tante e che ogni fratello porta la sua. La sofferenza è un luogo privilegiato in cui incontrare Gesù, un’ora in cui Lui è sempre Presente e una grazia che ci fa morire a noi stessi per rinascere a vita nuova.

Gesù chiede, a chi vuole seguirlo, di rinnegare se stesso e prendere ogni giorno la sua croce. Forse in tanti desideriamo seguire Gesù, ma quanto è difficile rinnegare se stessi e come ci sembrano odiose le piccole croci quotidiane. Magari ci sembra che avremmo coraggio per portare grandi croci, ma sopportiamo a fatica le piccole che abbiamo. Quante contraddizioni ci sono nel nostro cuore! Quanta poca fede!

 

Se guardiamo il Signore e se impariamo dal suo Esempio, dobbiamo accogliere la Volontà di Dio sempre, anche quando non ci fa piacere. Dobbiamo prendere la nostra croce ogni giorno e sappiamo bene che certi giorni ci sembra più leggera ed altri più pesante. Forse non sappiamo fare ricorso agli innumerevoli Aiuti che il Signore ci offre, forse non sappiamo ricorrere a Lui con fiducia e attendere, con pazienza, di vedere i frutti della nostra preghiera. Forse non accettiamo di essere spogliati delle nostre convinzioni, di essere incompresi dai nostri fratelli, di essere aiutati da chi vuole aiutarci. Forse vorremmo gestire gli eventi secondo la nostra volontà e nel nostro cuore alberga una, più o meno evidente, ribellione ai Piani del Signore. Vorremmo essere felici subito e non sappiamo attendere la gioia vera, che può scaturire solo dalla croce. Siamo impazienti e, nel momento della prova, cerchiamo gli aiuti nel mondo, invece di procedere serenamente nel buio della fede. Forse non sappiamo accogliere l’Amore di Dio nel modo in cui ogni giorno si presenta.

 

Dolcissima Madre nostra, aiutaci ogni giorno a benedire la Volontà di Dio con l’umile accettazione di tutti gli eventi che il Signore dispone e nelle solite e insolite sfaccettature della nostra quotidianità. Insegnaci a collaborare con Dio, perché venga crocifisso il nostro orgoglio e, con esso, la nostra inclinazione al peccato. Sostienici nella lotta contro la tentazione e guida i nostri cuori e i nostri pensieri alla ricerca costante della Verità. Tenerissima Madre nostra, ti chiediamo di insegnarci a percorrere cristianamente la nostra personale via della croce.  Insegnaci a pregare, ad amare e a vivere in Dio. Regina del Cielo e della terra, tu sei la Regina dei nostri cuori e delle nostre vite: accogli le nostre preghiere e la nostra filiale gratitudine.

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