Il dialogo


Figlia mia, con gioia voglio invitarti a fare delle riflessioni utili per la tua crescita umana e spirituale. E’ accaduto, anche recentemente, che Io ti abbia mostrato quanto sia deleterio l’atteggiamento di chi molto parla e poco ascolta. Ora vengo a parlarti di dialogo, quindi escludo soliloqui e monologhi, che han la loro ragione d’essere, ma non sono al momento oggetto del mio semplice insegnamento.

 

Partiamo dalla considerazione sulle forme più facili di dialogo, cioè le comunicazioni, i discorsi, gli scambi di idee con le altre persone. Nei vostri dialoghi è tanto importante il parlare quanto l’ascoltare. Il vostro interlocutore è un fratello che si trova presso di voi perché il vostro Dio lo ha voluto o permesso. La persona con cui state dialogando non è venuta a voi con le mani vuote, ma con il dono della sua esperienza di vita, con i sentimenti che avete fatto maturare tra di voi e con la disposizione alla condivisione.

Voglio ricordarvi che è nella condivisione che avviene una reale crescita vicendevole.

 

Il fratello con cui parlate è tempio di Dio, così come lo siete voi. Il Signore agisce, nella misura in cui glielo permettete, in voi e tra di voi per sostenervi e aiutarvi nel difficile cammino della vita. Sapete discernere quando il vostro Dio vi parla, servendosi della bocca del vostro amico, parente o conoscente? Quanto spesso il vostro Dio vi parla per mezzo delle persone che vi amano e voi non ve ne rendete conto! Quante volte voi non Lo ascoltate, perché non credete che Lui possa servirsi di chi vi sta accanto per portarvi l’aiuto di cui avete bisogno in quel momento. Siete tutti strumenti di Dio e canali della grazia che Lui dona, in sovrabbondanza, per mezzo dell’amore fraterno.

 

Molto ci sarebbe da dire sull’amore fraterno, ma voglio limitarmi a farvi notare che l’amore è sempre umile e rispettoso e, per questa ragione, porta in sé l’esigenza di ascoltare colui che interloquisce con voi. Ci sono alcuni che, parlando con il prossimo, si preoccupano solo di sfogare i loro affanni, mettono peso sulle spalle altrui, ma non si lasciano aiutare, perché sono troppo incentrati su se stessi e sui propri problemi, cosicché rifiutano l’aiuto del Signore che giunge loro per mezzo del fratello. Basterebbe un umile e attento ascolto per rivedere le proprie opinioni e, dal confronto, potrebbe scaturire la consapevolezza dell’utilità di un cambiamento di atteggiamento verso avvenimenti o persone verso i quali ci si sente in conflitto.

 

E’ infatti scritto: “Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti”. (Efesini 4,6)

 

Il vostro Dio vi soccorre per mezzo di molte Vie: interne od esterne.

 

Accenno ora anche a un’altra forma di dialogo, che potrebbe sembrare meno semplice, cioè il dialogo interiore dell’anima con Dio. Faccio osservazione a quelli che, nella preghiera, dicono di dialogare con Dio, ma, di fatto, parlano soltanto loro e non si dispongono in ascolto dell’Altro. Essi sono come pazienti che vanno dal medico, elencano minuziosamente tutti i lori disturbi e poi se ne vanno senza ascoltare né la diagnosi né la terapia che servirebbe. Dopodiché continuano a lamentarsi… e affermano che Dio non ascolta le loro preghiere. E’ Dio che non ascolta o, piuttosto, sono loro che non ascoltano?

 

Cosa mi dici, in merito, figlia mia?

 

Padre Buono, io mi rendo conto che facciamo tanti errori senza esserne consapevoli.

Spesso siamo soggetti a cattive abitudini che non riusciamo a sradicare. Aggiungo anche che la fede è un Dono che dobbiamo fare crescere, ma non è facile e Tu lo sai. Io credo e so che Dio parla in molti modi, ma per noi è difficile comprendere il suo linguaggio. Siamo come bambini ribelli e pigri che non si vogliono impegnare, perché costa fatica. Non riusciamo ad essere saldi nella fede, ci lasciamo distrarre dalle cose del mondo e non abbiamo perseveranza nella fede, nella preghiera e nella carità.

Guardando il prossimo, vediamo creature con pregi e difetti, come siamo noi, e non ricordiamo di essere tempio di Dio. Anche nella preghiera siamo increduli e frettolosi e non abbiamo la pazienza di attendere di capire le risposte che sempre ci arrivano da Te. Come bambini vorremmo tutto e subito e, possibilmente, che fosse fatta la nostra volontà e non la Tua. Ci sono in noi molte contraddizioni. Siamo egoisti e presuntuosi e non ce ne rendiamo neppure conto. E’ questa la ragione per cui non sappiamo ascoltare: manchiamo di umiltà, di amore verso Te e, conseguentemente, anche verso il nostro prossimo.

 

Mio Dio e mio Tutto, dove andremo? Tu solo sei la nostra Vita, la nostra Speranza, la Risposta benevola a tutte le nostre necessità presenti e future. Siamo nella sofferenza perché abbiamo peccato contro di Te. Ma Tu sei un Dio Pietoso, lento all’ira e grande nell’Amore (cfr salmo 102,8) e noi ti supplichiamo di donarci la gioia della tua salvezza.

 

Convertici e noi ci convertiremo, liberaci e noi saremo liberi. Salvaci, per amore del Tuo Nome. Ti daremo gloria con la testimonianza della nostra vita e saremo tuoi strumenti. A Te, o Dio nostro, ogni onore e gloria, ora e sempre.

Mio Dio e mio tutto, io ti amo, ti ringrazio e ti benedico.

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