Dio è Amore


I misteri della fede sono misteri che viviamo senza averne la consapevolezza perché non abbiamo la capacità di conoscerli. Quello che Gesù ci chiede è di credere in Lui senza aver veduto (cioè senza conoscere e comprendere le Vie in cui ci conduce) per essere beati. Non è facile per noi, perché abbiamo sete di conoscere, con i nostri poveri mezzi, il mondo soprannaturale in cui siamo immersi. Desideriamo conoscere Gesù, la sua Vita, le sue Opere e, più di tutto, il grande mistero della nostra Redenzione.

Gesù si è incarnato nel seno di Maria Santissima per diventare uomo come noi in tutto tranne nel peccato, ha trascorso una vita simile alla nostra, e tutto fu in vista della sua Passione redentrice. L’incarnazione del Verbo era in vista della sua Passione e la Passione in vista della Redenzione e una successiva incarnazione mistica in ogni persona che avrebbe accolto e collaborato con il Piano di Dio.

Egli, quando si incarnò nel seno di Maria, ebbe bisogno di una Madre Purissima, perché ancora doveva compiersi il Progetto di Dio: la purificazione di tutta l’umanità per mezzo del Sangue dell’Agnello Immolato: Gesù Cristo. Prima del Calvario ci fu l’ultima cena, in cui il Signore trovò il mezzo mirabile per restare con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Ed è per mezzo della Santissima Eucaristia che noi riceviamo il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità del nostro Redentore che, nella sua Umanità Risorta, è in Cielo con il Padre e lo Spirito Santo. Ma nella Santissima Eucaristia tutta la Santissima Trinità viene nel nostro cuore. In quale misura? Nella misura della capacità della nostra anima di accogliere il Dono, secondo la purezza dell’anima, secondo la buona volontà di corrispondere al Piano di Dio, che è la nostra santità in Gesù Cristo. Lui si dona e noi ci doniamo a Lui: in questo mistico banchetto noi mangiamo Lui e Lui mangia noi. Noi ci cibiamo del suo Corpo, del suo Sangue, della sua Divinità e Lui si ciba di noi, del nostro povero amore, della nostra buona volontà e dei nostri peccati, per bruciarli nel Fuoco ardente del suo Amore. Questo significa Dio in noi e noi in Dio, con l’opportunità di diventare una cosa sola. Mi fa pensare alla Santissima Trinità: Tre Persone distinte e una sola Essenza. Noi in questo Piano divino, che potremmo anche chiamare matrimonio mistico, resteremo due persone (noi e Gesù) ma l’obiettivo è di raggiungere una sola Essenza: quella Divina del Signore Gesù. Questo è il Progetto di Dio: la morte definitiva del nostro peccato e la nostra partecipazione alla Risurrezione di Gesù Cristo, nostro Signore.

La Volontà di Gesù a nostro riguardo è espressa nella sua preghiera al Padre:

”Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro». (Giovanni 17,20-26)

Gesù era in Cielo, presso il Padre suo nella Beatitudine, ed ha lasciato il Paradiso per venire a salvarci e a quale prezzo! Il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi, incarnandosi nel seno della Vergine Maria. Come noi ha vissuto i mesi di gestazione, al termine dei quali è venuto alla luce in questo mondo perverso. Come noi ha vissuto l’infanzia, soggetto a tutti i bisogni che le sono propri, e i genitori hanno avuto cura di Lui. Come noi ha imparato a vivere in questo mondo, ma Lui era Dio e non un peccatore come noi siamo. E’ stato soggetto alla leggi civili e alle tradizioni religiose del suo tempo. Ha avuto sì due genitori santi, ma ha visto le malvagità che dominano in questo mondo e in quale stato compassionevole vivevano le anime prigioniere dello spirito delle tenebre. In Lui coesistevano la gioia dell’unione con il Padre, la gioia per le amorevoli cure dei suoi santi genitori e tantissimo dolore e compassione per i peccatori di cui si è fatto fratello per soffrire con loro, prendere su di Sè i loro peccati e liberarli dal maligno che li soggiogava.

Gesù visse circa 33 anni su questa terra e li visse per noi, per amor nostro. Ogni anno, ogni mese, ogni giorno ogni ora, ogni istante: tutto fece per noi, per il suo immenso Amore verso di noi tutti. A volte siamo tentati di pensare che ebbero più opportunità di noi gli uomini del suo tempo perché lo videro, lo ascoltarono e furono miracolati. Non credo che sia così perché tutto quello che Lui fece allora lo fece anche per noi che viviamo 2000 anni dopo e per gli uomini di tutti i tempi. Ma si rende necessario leggere anche in senso personale la storia della nostra salvezza. TUTTO QUELLO CHE DIO HA FATTO LO HA FATTO PER ME. Non dimentichiamo poi che Gesù non è mai stato solo, perché sempre unito al Padre e allo Spirito Santo. L’Opera della Redenzione è stata Volontà della Santissima Trinità.

Giustamente l’apostolo Giovanni afferma che Dio è Amore. Forse noi non conosciamo l’amore e lo confondiamo con il sentimento. Questo si deduce guardando, ad esempio, tante famiglie che si dividono: si sente dire che l’amore iniziale con il tempo si può spegnere e si ritiene pure che sia cosa normale. Io non credo a questo, perché l’amore o è per sempre oppure non è amore. O forse si può fare un distinguo molto importante: quello che chiamiamo amore per chi è? Per l’altro oppure per me stessa? Se l’amore è per me stessa, posso essere certa che la relazione con l’altro può naufragare quando non risulta più conveniente. Infatti, se l’amore è per me stessa, non amo l’altro come egli è, ma lo amo solo per convenienza, perché mi fa stare bene, perché mi dà quello che desidero. Questo non è amore, è solo egoismo, più o meno mascherato persino a noi stessi.

Sono tante le volte in cui il nostro cuore viene messo alla prova per darci anche l’opportunità di crescere e maturare nel nostro percorso umano e spirituale. Quando arriva la prova e la sofferenza, il nostro cuore riesce a rimanere fedele? L’amore vero cerca il bene della persona amata, si prodiga per questo fine ed è eterno. Se si ama l’altro, si continua ad amare anche quando ci fa soffrire. Nell’amore c’è gioia e anche dolore, ma, quando l’amore è grande e vero, il dolore viene superato dalla gioia che l’amore in se stesso dona. Quaggiù possiamo prendere per esempio l’amore delle mamme, i loro sacrifici e le loro sofferenze per i figli e la loro fedeltà, perché i figli sono “carne della loro carne e ossa delle loro ossa”. Non è raro sentire dire da una mamma che i figli sono la sua vita.

Se vogliamo imparare ad amare, guardiamo Gesù e seguiamolo nella Via che Lui ha tracciato per ciascuno di noi. Contempliamo cosa la Scrittura ci dice a riguardo del suo Amore per noi.

Ad esempio, il profeta Isaia scrive: “Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti”. (Isaia 53,5-6)

Questo Lui fece per tutti noi e noi cosa facciamo per Lui?

Gesù dice: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.  Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando.  Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri”. (Giovanni 15,13-17)

Riusciamo noi ad amare quelli che ci fanno soffrire? Gesù ci comanda di amarli.

La cosa che mi ha sempre stupito è che Gesù chiamò amico anche Giuda, il traditore. Cosa è che fa un amico? Per noi può essere la benevolenza reciproca magari siglata da un interesse comune. Chi sono, invece, gli amici di Gesù? Potenzialmente tutti gli uomini, anche chi lo offende, chi lo perseguita, chi fa di tutto per farlo soffrire, per chi desidera addirittura la sua morte. Perché il suo Amore è più grande di tutto ciò che esiste e mai esisterà e per noi fin che siamo quaggiù c’è la possibilità del ravvedimento. Ma perché tardare a ravvederci?

Perché siamo così increduli di fronte all’Amore del Signore? Perché quando guardiamo un crocifisso non pensiamo a Lui che vi sta misticamente appeso anche oggi a causa dei nostri e altrui peccati? Siamo diventati superficiali e insensibili, preoccupati solo di noi stessi. Siamo così anche quando preghiamo (in particolare i misteri dolorosi o la via crucis), non ci lasciamo coinvolgere da quegli eventi che dovrebbero risvegliare la nostra coscienza che sonnecchia. Se credessimo veramente nel Signore Gesù Cristo, la nostra preghiera sarebbe profonda e sentita e porterebbe tanto frutto, perché sarebbe unione con Colui che ci ama e ci nutre con la Santissima Eucaristia, con la sua Parola e anche con la preghiera. Il guaio è che, anche se diciamo di pregare tanto, molte volte possiamo essere “disconnessi” dal Signore, Sorgente della vita e dell’amore. E quando siamo disconnessi possiamo dire di pregare oppure diciamo parole all’aria? La preghiera o è incontro con il Cielo oppure non è preghiera. E’ ben difficile relazionarsi con un Dio invisibile, ma per chi è animato da buona volontà è possibile per mezzo di Colui che è morto per amor nostro e desidera un minimo di contraccambio.

Pensiamo ai misteri dolorosi del santo rosario (che propongo con uno spunto di riflessione) e pensiamo mentre li preghiamo di tenere fisso lo sguardo della fede sul Signore Gesù.

Immaginiamo di essere soli con Lui:

Primo Mistero: L’Agonia di Gesù nell’orto degli ulivi.

Gesù mio, quanto ti ho fatto soffrire! Tu mi hai sempre amato facendomi del bene e io come ho risposto al tuo Amore? Con i peccati, con le offese, con le ingratitudini. Nel Getsemani Tu avevi bisogno del conforto dei tuoi amici e io dormivo nella più crudele indifferenza. Tu eri triste fino alla morte e io riposavo nel mio egoismo. Per quelle gocce di Sudore e Sangue che hai versato a causa mia, ti prego di perdonarmi e di concedermi la grazia di rimanere sempre sveglia nella fede e pronta a seguirti ovunque Tu mi vorrai condurre. Desidero anche riparare per i miei e altrui peccati.

Secondo Mistero: La Flagellazione di Gesù alla colonna.

Gesù mio, sono stata io a flagellarti ogniqualvolta non ho trattato il mio corpo come tuo tempio. Signore, non si possono contare i peccati che io ho commesso e che sono stati dolorosissimi flagelli sul tuo Santissimo Corpo. Abbi pietà di me: perdonami e concedimi la grazia di riparare le mie mancanze e quelle di altri causate dal mio cattivo esempio. Ti chiedo perdono per i miei peccati e quelli di tutti i fratelli.

Terzo Mistero: La Coronazione di spine.

Io ho coronato il tuo Santissimo Capo di numerose e pungentissime spine. Io ho fatto sanguinare il tuo Capo adorabile. Quante volte, mio Signore, la mia mente si è allontanata dalla tua grazia per sviluppare pensieri cattivi ed egoistici. Contro Te ho peccato nell’indifferenza, nell’insulto, nella derisione, in ogni forma di mancanza di carità nel pensiero. Signore, pietà: concedimi la grazia di non peccare più e di riparare per i miei e altrui peccati di pensiero.

Quarto Mistero: Il Viaggio al Calvario di Gesù, carico della Croce.

Sono io, Signore, che ti faccio cadere, stremato, per ben tre volte. Sono io a non avere pietà del tuo dolore, sono io ad avere un cuore di pietra. Sono io che, se obbligata, ti aiuto, ma senza amore, come fece il cireneo. Vorrei invece avere un gesto d’amore per Te come l’ebbe Veronica. Abbi pietà di me e perdonami. Concedimi la grazia di riparare per i miei e altrui peccati di mancanza di carità.

Quinto Mistero: La Crocifissione e Morte di Gesù.

Io ti ho crocifisso, Signore, e ne sono amaramente pentita. Ho inchiodato i tuoi piedi quando invece di seguire Te ho seguito il mondo e le sue vie perverse. Ho inchiodato le tue mani quando, dimentica di Te, ho servito il mio egoismo. E oltre a ciò, che è terribile di per sé, ho dato cattivo esempio. Io ho innalzato la tua croce quando con parole di menzogna ho giudicato, mormorato, condannato e, per non sembrare troppo cattiva, mi sono lavata le mani come Pilato. Io ho trafitto il tuo Cuore con la lancia ogni volta che ti ho fatto soffrire. Io, Signore, ho fatto tutto questo male e ti chiedo perdono. Tu solo sai quante volte ti ho fatto soffrire senza sapere quello che facevo. Tutto il male che ho fatto ai miei fratelli, l’ho fatto a Te. Tutto il bene che avrei potuto fare e non ho fatto ai miei fratelli, non l’ho fatto a Te. Anche tutto il male che ho fatto a me stessa, l’ho fatto a Te. Signore, abbi pietà di me e perdonami.

Tu, nella tua infinita Misericordia hai voluto portare la croce dei miei peccati. Tu non hai rifiutato di bere il calice amarissimo del dolore per la mia salvezza. Mi hai amato fino alla fine e sei morto per me, sottraendomi alla morte che io meritavo, per donarmi una vita nuova ed eterna.

Non posso dimenticare la tua Mamma santa, che soffrì a dismisura per causa mia. Sono io che ho trafitto la sua anima con la spada del dolore, a causa della mia iniquità.

Gesù, Maria, perdonatemi e donatemi la grazia di riparare e di non offendervi mai più.

Chi siamo davanti a Gesù? I suoi persecutori, i suoi accusatori, i suoi carnefici. Ma il suo Amore non si stanca, non diminuisce, rimane fedele sempre e comunque. E noi come amiamo Gesù?

L’amore si paga con l’amore. Gesù aspetta il nostro contraccambio. Lui ci ha dato TUTTO ciò che possiamo ricevere, fino alla nostra pienezza individuale, solo donando a Lui il nostro povero tutto. Questo è necessario perché la redenzione sia compiuta in noi.

Ha più desiderio Lui della nostra salvezza presente ed eterna di quella che possiamo averne noi che siamo sempre preoccupati delle cose passeggere. Eppure tutto passa e Dio solo resta.

Questa riflessione dovrebbe indurci a interrogare la nostra coscienza per metterci davanti al Divino Crocifisso con le nostre povertà, con animo umile e contrito ma anche ricco di buoni propositi che potremo realizzare per mezzo della grazia che il Signore riversa incessantemente nei nostri cuori.

Adorando Gesù Eucaristia, il Dio nascosto, contempliamo l’annientamento di nostro Signore e chiediamoci quanto siamo disposti a rinnegare noi stessi, portare ogni giorno la nostra croce e seguire Lui. La domanda più frequente dovrebbe essere: quanto amo Gesù? E’ amore vero oppure non lo è?

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